E’ andata in scena l’ultima sfida della capitana Carola Rackete all’altro «capitano», il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che l’aveva chiamata «sbruffoncella» già mercoledì scorso, quando lei per la prima volta aveva rotto gli indugi e forzato la situazione, entrando in acque italiane e puntando su Lampedusa. Nello scontro è sceso in campo con forza il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, connazionale della Rackete: «Salvare vite è un obbligo umanitario. Il salvataggio in mare non deve essere criminalizzato». A lui e agli altri che in Europa hanno mosso critiche, Salvini risponde così: «Difendere confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L’Italia non prende lezioni da nessuno». E a dargli manforte, stavolta, è l’altro vicepremier, Luigi Di Maio: «Uno Stato sovrano ha le sue leggi e le fa rispettare. Ia capitana verrà giudicata da giudici sulla base di leggi dello Stato italiano». Il leader M5S, però, davanti all’escalation dei toni da una parte e dall’altra, raccomanda prudenza: «C’è rabbia e la comprendo. Ma capirla non significa alimentarla».
L’arresto della giovane capitana Rackete, però, scuote l’anima del Nord Europa. «Mostra la scelleratezza del governo italiano e il dilemma della politica europea sui rifugiati», dice il leader dei Verdi tedeschi, Robert Habeck. Insorge il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, potente presidente della Chiesa evangelica, tra i principali sponsor della Ong: «Quell’arresto perché ha salvato delle vite umane e vuole portare le persone in sicurezza a terra, è una vergogna per l’Europa». Su iniziativa del noto conduttore televisivo e satirico tedesco Jan Böhmermann, è iniziata una raccolta online per finanziare le spese giuridiche. Non meraviglia, che il ministro tedesco degli Esteri, Heiko Mass, scrivalapidario su Twitter: «Salvare le vite umane è un dovere umanitario. Soccorrere vite umane in mare non può essere criminalizzato. Tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse». Intanto il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn si rivolge all’omologo Moavero Milanesi: «Caro Enzo, vorrei sollecitare il tuo aiuto perché Carola Rackete, che era in obbligo di far sbarcare 40 migranti a Lampedusa, sia rimessa in libertà»