La Sicilia da i numeri e li da alla grande. Per partecipare all’Expo, la regione ha speso per i padiglioni la “modica” cifra di 13 milioni di euro. Pensare che la Sicilia ha un disastro autostradale, infrastrutturale da record, e partecipa gloriosa a Expo, che, in sintesi “nutre il pianeta”, ma si presenta con tanti bei padiglioni in cemento dicendo addio agli orti e agli orticelli. L’affare scandaloso di Expo 2015 inaugurato in pompa magna dal Renzi Primo Ministro con stretta di mano e complimenti da Giorgio Napolitano, convinto come Napoleone di operare nel giusto per il suo Paese, ha fatto solo carne da macello e tangenti. Un’opera faraonica costata agli italiani una cifra spaventosa. Le proteste di ieri le abbiamo viste tutti e i black block hanno fatto il solito e prevedibile danno a Milano, bruciando macchine e imbrattando vetrine mentre la manifestazione pacifica di chi dice “No a Expo” ed è contro un’Europa sempre più rivolta a banche e affari, sembra non avere avuto alcun valore per un Governo che continua, imperterrito, tra slogan e super commissioni per la corruzione, a sbandierare il suo fallimento.
Ma ritorniamo in Sicilia dove il Primo maggio si è svolto a Pozzallo, luogo di sbarchi di migranti e di frontiera. Il lavoro in Sicilia, per la discussa quanto incredibile finanziaria, Jobs Act permettendo, non c’è e non c’è nessun primo maggio da festeggiare. La Sicilia ha problemi importanti in vari settori e si spendono 5 milioni 500mila euro per sei mesi per lo stand della Biodiversità a Milano in cui esporranno non solo i siciliani, ma una decina di paesi del mediterraneo, insomma un’ospitata alla grande per una fiera puramente virtuale perché a Expo non si sottoscrive nessun contratto, si “dialoga”. Si presenta la tanto famosa dieta mediterranea che fa a cazzotti con la Coca Cola e Mc Donald’s: in molti si chiedono cosa abbia a che fare con Expo. E così la Sicilia spende allegramente questi soldi, approva la finanziaria tagliando 18mila stipendi ai dipendenti pubblici, tagli ai Comuni e alle Province sempre più esigue e taglia 16mila pensioni. Non parliamo poi per l’agricoltura cosa è stato fatto da questa finanziaria: tagli agli enti agricoli, tagli agli artigiani per non dimenticare il fiume di 80mila precari che lavorano per la P.A. La disoccupazione in Sicilia è elevatissima: siamo al 60%, i tagli all’economia del pubblico impiego sicuramente faranno altre vittime sociali, caleranno inevitabilmente i consumi e cosa fa la Regione? Spende milioni e milioni di euro per mettersi in vetrina. Paese che vai, usanza che trovi.