Di Rosa Mannetta
Viviamo ancora una fase di emergenza: la pandemia prosegue. Le scuole in presenza sono chiuse da mesi e il ricorso alla Dad è stato necessario. Che cos’è la Dad? La Didattica a distanza (Dad), è un percorso educativo che si realizza con il computer e con internet. Il docente organizza le attività su una piattaforma in cui ogni alunno può accedere da un link o da credenziali tramite il registro elettronico. Solo con la videoconferenza si può essere in contatto con gli studenti. In pratica, si forma la classe virtuale. I ragazzi non hanno perso nessun anno scolastico e la scuola in emergenza, è andata avanti. Da un lato, la Dad è stata provvidenziale, da un altro lato, ha causato delle conseguenze. Quali? Un certo disagio esistenziale tra i più giovani. Il fenomeno degli Hikikomori, la dispersione scolastica, la tendenza a creare giochi virtuali per rimanere in contatto con gli amici, sono comportamenti che i ragazzi hanno adottato. Le famiglie, spesso, non sanno come affrontare questi eventi. Il nostro Paese, attualmente è in difficoltà. La pandemia ha messo in evidenza la carenza di infrastrutture informatiche. La rete informatica è distribuita in modo differente da Nord a Sud. I problemi logistici sono sorti in modo prepotente: non tutti gli istituti hanno una connessione internet e non tutte le famiglie dispongono di una rete wi-fi. Il 2020 ci ha colti impreparati ad affrontare i primi contagi del Covid. Il lockdown è entrato nelle nostre vite e la Dad, è stata contingente. E che poi stress, ansia e problemi psicologici, abbiano colpito i ragazzi, è una conseguenza di questo nuovo modo di fare scuola. Che succederà? Dovremo uscire dall’emergenza. Parecchi di noi si impegnano nell’educazione: ci siamo rimboccati le maniche, le famiglie hanno partecipato a volte in modo esemplare. Il carrozzone Paese va. Vincenzo Cardarelli scriveva: “L’Italia …non ha bisogno di predicatori…”. Dovremo credere in questo Paese.