«Ciò a cui abbiamo assistito ieri su Scampia è sintomatico del pregiudizio che esiste nei confronti di molte realtà considerate evidentemente “irrecuperabili”. I luoghi comuni però non sono per una politica che vuole realmente cambiare le cose e di certo Scampia non può essere ridotta a luogo comune. Bene ha fatto Apostolos Paipais a chiedere spiegazioni al Governo e alla ministra Azzolina rispetto a dichiarazioni francamente incomprensibili». Barbara Preziosi, coordinatrice provinciale di Napoli di Italia Viva, commenta così la polemica nata in occasione della conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e della ministra Lucia Azzolina sul tema scuola. Preziosi fa poi il punto sulla scuola nei territori del napoletano, dando voce alle proposte di Italia Viva e al confronto emerso anche nei vari comitati cittadini e provinciali. Naturalmente, riflettori puntati sull’edilizia scolastica, in linea con l’emendamento di Italia Viva a firma Faraone e Sbrollini che mira all’apertura dei cantieri “modello Genova”, con i sindaci e i presidenti di provincia che avranno poteri di commissari per accelerare la partenza e la chiusura dei lavori. Un tema che in Campania è molto sentito, viste le condizioni disastrose nelle quali versano molte scuole che non vedono interventi di manutenzione ormai da decenni. «Sono pienamente d’accordo con quanto richiesto alla ministra Azzolina da Apostolos Paipais, che sottolinea – ricorda Preziosi – come “attualmente non si è ancora indicata una precisa direzione per la costruzione di una nuova normalità che dia la certezza di superare questa crisi soprattutto dal punto di vista economico che vede una miriade di attività al momento del tutto ferme. Un altro dei settori colpiti è quello dell’istruzione”». Anche Preziosi ricorda che il sistema scuola riuscita reggere è solo per l’impegno profuso dai Dirigenti Scolastici, dagli Insegnanti, dai Professori, da tutto il Personale che opera a servizio delle scuole. Ma restano i dati che tratteggiano una realtà drammatica e inaccettabile. Stando ai dati certificati dal MIUR l’edilizia scolastica conta 40.151 edifici scolastici attivi in Italia e facenti capo agli Enti locali. Il 42% sono costruiti prima del 1971, il 30% tra il 1971 e il 1983 e il 28% dal 1984 in poi. Solo il 53,2% degli edifici possiede il certificato di collaudo statico Il 59,5% delle scuole italiane non ha il certificato di prevenzione incendi, il 53,8% non ha il certificato di agibilità/abitabilità, il 43% si trova in zone zona 1 e 2 (ad elevato rischio sismico) mentre il restante 57% in zona rischio 3 e 4. «Questi – ricorda Preziosi – sono dati che diventano ancor più drammatici se colati nel contesto di regioni come la Campania. In un recente rapporto di Cittadinanzattiva è stato messo in luce come in Italia negli istituti scolastici si registra un crollo ogni tre giorni. E purtroppo anche sull’edilizia scolastica esiste oggi una Questione Meridionale. Il Sud è molto indietro, poiché nemmeno il 20% delle scuole è in regola con gli adempimenti di legge. I dati parlano di scuole pericolose. Al 2019 nelle aree a rischio sismico sono state solo 1.700 le verifiche di vulnerabilità sismica effettuate rispetto alle oltre 4.000 richieste dagli enti locali. Il Covid è una tragedia di proporzioni globali, ma il post Covid deve essere per tutti noi una grande occasione di rilancio, per fare finalmente e in maniera rapida ciò che per decenni non si è fatto. E non si può che partire dalla scuola e dall’istruzione».