Concorsi per la scuola, dal 2018 si cambia. Saranno banditi, con cadenza biennale, nuovi concorsi per le cattedre libere (tra i requisiti d’ammissione sparisce la conoscenza dell’inglese; si testerà forse all’orale). Potranno parteciparvi tutti i laureati purché abbiano conseguito almeno 24 crediti (Cfu) in settori formativi psicoantropo-pedagogici o nelle metodologie e tecniche didattiche.
I nuovi concorsi prevedono due scritti (tre per i posti di sostegno) e un orale. Vinta la selezione, si accede direttamente a un percorso teorico-pratico, subito retribuito, di durata triennale (denominato «Fit», formazione iniziale e tirocinio): il primo anno,
svolto essenzialmente nelle università, è finalizzato al conseguimento del diploma di specializzazione all’insegnamento specifico
per classe di concorso o per il sostegno; il secondo e terzo anno, si farà“esperienza sul campo”direttamente in classe (l’ultimo anno si percepirà uno stipendio pieno, e se si supera la valutazione finale scatta l’immissione in ruolo a tempo indeterminato).
Sempre dal 2018, poi, partirà una fase transitoria per tutelare gli abilitati non «Gae», ma delle seconde fasce di istituto (vale a dire,i possessori di abilitazione Tfa e Pas, principalmente – in tutto 62.500 persone- età media 35 anni) e i supplenti di terza fascia (non abilitati) con almeno 36 mesi di servizio alle spalle (stimati dal Miur in circa 2omila).
Per entrambe queste categorie di docenti, arriveranno selezioni “agevolate”.
