di GIULIA SALVATORI
“Scelta del Governo miope e sbagliata che mortifica la dignità del lavoro”. Non usa mezzi termini Francesco Scrima, coordinatore CISL Lavoro Pubblico e segretario generale Cisl Scuola nel commentare la legge di stabilità appena varata dal Governo. Manovra che non convince i sindacati che già avevano annunciato la manifestazione nazionale unitaria per l’8 novembre che ora, anzi, la confermano, rafforzando le loro posizioni.
Segretario, la mobilitazione resta?
Non solo resta, ma affermiamo con ancora maggiore convinzione che la manifestazione nazionale sarà solo il primo atto di un percorso di mobilitazione volto a cambiare la manovra del governo e a rinnovare i contratti del lavoro pubblico.
Cosa contestate prima di tutto?
In una manovra da 36 miliardi non si trova nemmeno un euro per rinnovare contratti di lavoro fermi da oltre sei anni. Non è solo un’ingiustizia per milioni di lavoratori e per le loro famiglie, è anche il segno di un’evidente incapacità di cogliere l’importanza e il valore del lavoro pubblico per la collettività. Salute, sicurezza, istruzione e ricerca, previdenza, rete dei servizi territoriali, sono ambiti essenziali in cui si esprime e si esercita il diritto di cittadinanza e si costruisce comunità rafforzando la coesione sociale.
Come si sarebbe dovuto procedere secondo lei?
Non è certo penalizzando chi vi opera che si può sostenere l’efficacia e la qualità del servizio pubblico. E’ la contrattazione il terreno giusto su cui costruire scelte condivise avendo per obiettivo la massima efficienza nell’uso delle risorse investite nel sistema.
Una parte cospicua degli investimenti doveva essere nella scuola.
Sì. E invece il Governo ha perso l’occasione di investire sul miglioramento del servizio mortificando il personale e le condizioni di lavoro. Mentre negli annunci non si perde occasione per dichiarare la centralità della scuola, nei fatti si sceglie ancora una volta di tagliare il personale e le risorse economiche destinate al funzionamento delle istituzioni scolastiche. L’organico ATA, già oggi in sofferenza dopo il triennio di taglio della manovra Tremonti, diminuisce di 2.000 unità.
E quindi come si potrà risolvere il problema dell’assenza di personale?
In questi casi non si potrà ricorrere alla sostituzione con supplenze brevi. Le risorse destinate all’ampliamento dell’offerta formativa, oggi utilizzate per contrastare la dispersione scolastica, per la formazione dei docenti, per le esperienze di alternanza scuola-lavoro, sono decurtate di 30 milioni di euro. Grande innovazione, con un ritorno al passato per gli esami di maturità, con commissari che saranno scelti solo tra i docenti interni, ma con la novità che spariscono i compensi oggi previsti. Da una parte, dunque, gli slogan. Nei fatti, invece, un’amara realtà.