“Le deroghe alla normativa ordinaria introdotte dal decreto per accelerare la realizzazione delle infrastrutture e sostenere l’edilizia privata possono aprire la porta alla corruzione, ledere la concorrenza e favorire la cementificazione del Paese”. Lo scrive REPUBBLICA in merito al decreto Sblocca Italia, riportando i dubbi sul provvedimento espressi ieri in commissione Ambiente alla Camera da Bankitalia e Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione. “Fabrizio Balassone, vice capo del servizio di struttura economica, ricorda ‘i rischi in termini di ripercussioni negative su tempi e costi nella fase di esecuzione delle opere, nonché di vulnerabilità alla corruzione’. Da considerare anche che non sempre i decreti attuativi arrivano in tempo utile, aggiunge Balassone: ‘L’instabilità del quadro regolatorio è inoltre fonte di incertezza per gli operatori. Andrà garantita la massima trasparenza’, conclude. Dello stesso parere Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, che fa notare come dalle nuove norme sui project bond possano emergere ‘rischi sul piano della normativa anticiriclaggio’”. Critiche anche da Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust: “Anche a suo giudizio le misure delineano ‘un meccanismo di proroga implicita delle concessioni (autostradali, ndr)’. E non solo, non appaiono ‘di agevole comprensione’. Tutto questo solleva ‘aspetti delicati in una prospettiva concorrenziale’”. “Altre norme dello Sblocca-Italia – rammenta il quotidiano – negli ultimi giorni sono state criticate perché una eccessiva semplificazione espone il territorio a forte rischio cementificazione. Tra le varie obiezioni, quella più consistente riguarda il rischio corruzione, osserva al termine delle audizioni il presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci.