Parlare di legalizzazione delle droghe leggere non è affatto semplice. E sapete perché? – Scrive Roberto Saviano su Repubblica – Perché legalizzare viene percepito come ‘fate pure”, anzi ‘fatevi pure”. Anche adesso che in Parlamento finalmente comincia la discussione sul disegno di legge, la confusione tra legalizzazione e incentivo a fare uso di droghe è il grande equivoco su cui discutere. Legalizzazione è esattamente il contrario della promozione al consumo. Legalizzare significa portare alla luce ciò che fino ad ora è stato avvolto dall’oscurità più cupa del mercato nero. Legalizzare le droghe leggere farà estinguere le mafie? Nemmeno a parlarne. Legalizzare le droghe leggere farà scomparire completamente il merceto illegale? Ovviamente no. E allora perché legalizzare? Perché legalizzarle indebolirà le mafie sottraendo loro capitali e allo stesso tempo ridimensionerà il mercato illegale. Chi vorrà fumare uno s pinello preferirà di certo sostanze controllate che si possono acquistare regolarmente, senza incorrere in sanzioni, e non andrà a cercare un pusher giù in strada. Eppure è così difficile fare breccia nei ragionamenti di chi è contrario senza appello. Di chi non vuole sentire ragioni perché—dice— “non si può scendere a patti con le mafie”, “non si puà accettare il male minore”, “si devono debellare le droghe, non renderle legali”. Chi potrebbe dirsi contrario, teoricamente, a questi principi? II genitore che teme per i propri figli? II fratello che ha scoperto che il piccolo di casa fuma spinelli di nascosto? Non scherziamo: a nessuno verrebbe in mente di mettere in discussione questi principi generali. Ma dobbiamo fare i conti con il mondo reale. E il mondo reale è quello in cui chi fuma due pacchetti di sigarette al giorno (ma anche uno ) rischia di ammalarsi di cancro. II mondo reale è quello in cui quando bevi tre cocktail sei pericoloso per te stesso e per chi trovi sulla tua strada se poi ti metti al volante. In Italia le vittime del tabacco sono stimate sulle 80mila all’anno. Le vittime dell’alcol 40mila. E invece non c’è una sola vittima ca usata da droghe leggere. Nemmeno una.