SE VUOI TERRORIZZARE un territorio senza iniziare una lunga guerra tra famiglie criminali, devi fare molte stese. “Fare le stese” significa correre sui motorini e sparare a tutto e tutti. Tutti si buttano a terra, stesi, perché terrorizzati, pietrificati. Poi se qualcuno lo stendi davvero, se lo ammazzi, è danno collaterale. Possibilmente da evitare perché le stese riuscite meglio non dovrebbero provocare danni collaterali. Ma se accade, accade.

Ecco cosa sta succedendo a Napoli. Sparare su finestre, cancelli, vetri delle auto, con pistole semiautomatiche ma anche fucili d’assalto, l’Ak47, intramontabile e sempre amato dai clan napoletani. Le stese sono un modo per seminare terrore con un metodo da guerriglia psicologica, mettere paura e far abbassare la testa. Usano questa espressione, “fare la stesa” come stendere o far stendere una persona. “Stesa” come estendere il proprio dominio o come stendere un lenzuolo, una cappa, su un quartiere, vicolo per vicolo. Senza stese un gruppo dovrebbe intraprendere una faida in modo classico e faida significa investimenti, alti, in manovalanza: pali, pedinatori, sicari. Così viene gestito il centro storico di Napoli dai gruppi criminali: con il terrore. Che nessuno alzi la testa all’arrivo dei nuovi, che siate affiliati o piccoli pregiudicati per reati minori che con l’associazionismo criminale non hanno nulla a che fare.

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