di Ornella Trotta
Il primo post l’ha scritto Gianni Pittella: ”Mio fratello Marcello Pittella assolto da ogni accusa. Tre anni di calvario, mediatico-giudiziario. Sono molto felice per lui, per il nome che portiamo, per la memoria di mio padre, per le sofferenze di mia madre. Sono felice. Non so dire altro”. Il senatore Pittella, sindaco di Lauria, affida a cinque periodi brevi il racconto di un incubo durato tre lunghissimi anni.
Immediata la solidarietà di Bruno Astorre, senatore dem e segretario regionale del PD Lazio, che sulla sua pagina Facebook ha commentato: “Solo chi ci passa può capire. Il tempo è galantuomo”.
Alle 17.40 il deputato PD Vito De Filippo twitta: “Condividiamo la gioia di Gianni Pittella per la notizia dell’assoluzione di Marcello Pittella. Sono stati anni durissimi, ma l’assoluzione riempie di forza e di fiducia la sua vita e quella della comunità politica nella quale ha sempre militato”.
L’ incubo si presenta a luglio 2018 quando Marcello Pittella, allora governatore della Basilicata, fu arrestato e posto ai domiciliari con le accuse di falso e abuso d’ufficio. Agli arresti seguirono le dimissioni da Presidente della Regione Basilicata. A marzo 2019 fu eletto l’esponente del centro-destra Vito Bardi. Marcello, oggi consigliere regionale, il 12 ottobre aveva raccontato: “Più dura è la salita, più intenso è il silenzio, oggi torno a casa dopo un percorso di cura importante”. Ha lottato Marcello e ha vinto due volte contro il male: la malattia e un’ingiusta condanna.
Centinaia i commenti. Umberto Belpedio scrive: “I processi non si fanno con i titoli in prima pagina, ma nelle aule dei tribunali. Ma dopo tre anni di inferno chi lo risarcirà dei danni subiti?”
Un’amara interrogativa retorica chiude il post di Basilio Fimiani: “Avrà il coraggio la magistratura di chiedere almeno scusa?”