Due riviste mediche inglesi – «New England Journal of Medicine» e «Hearing Balance and Communication» – hanno pubblicato articoli su studi che hanno tra gli autori due giovani medici dell’ospedale San Carlo di potenza, Gianluca Paternoster (Cardioanestesia) e Italo Cantore (Otorinolaringoiatria), già responsabile delle
comunicazioni della “European Academy of Otology and NeuroOtology”.
Sul «New England Journal of Medicine» è stato pubblicato lo studio «Miryad», coordinato da medici e ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele, coadiuvati dalla Città della Salute di Torino, con la partecipazione dell’unità operativa di Cardioanestesia del San Carlo. Il «più grande mai realizzato in anestesia – è scritto in una nota diffusa ieri dall’azienda ospedaliera regionale – che ha coinvolto 36 prestigiosi centri ospedalieri di 13 Paesi, e 5.400 pazienti». Paragonando le tecniche di anestesia generale endovenosa alle tecniche inalatorie in cardiochirurgia, lo studio avrebbe dimostrato, in particolare, «che non c’è alcuna differenza tra i due tipi di anestesia dal punto di vista della sicurezza».
Su «Hearing, Balance and Communication », è stato invece pubblicato lo studio «Electroacoustic cochlear
stimulation advantages in severe-profound hearing loss» sulla comparazione tra gli impianti cocleari tradizionali e quelli ibridi. «Si tratta – ha spiegato l’azienda ospedaliera – di una nuova tipologia di orecchio bionico introdotta da pochi anni e applicata per la prima volta al sud Italia nel 2011, proprio al San Carlo». Col risultato di consentire «ai sordi gravi-profondi di ottenere migliori risultati in presenza di rumore ambientale di disturbo in termini di comprensione di parole e frasi ed in prove più complesse, come quelle del riconoscimento di voci diverse e strumenti musicali, con risultati statisticamente significativi».
«Puntiamo molto sulle nuove generazioni, che vanno valorizzate e incentivate – è stato il commento del direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi – e ai giovani medici è affidato il futuro della sanità, a loro guardiamo con particolare interesse, cercando di favorire la loro crescita professionale, senza mai dimenticare il grande patrimonio delle generazioni che li hanno preceduti, importante serbatoio da cui attingere esperienza, valori umani e professionali».