Il giorno dopo, alla baraccopoli di San Ferdinando, sono già cominciati i trasferimenti volontari di migranti, dal ghetto verso le strutture di accoglienza della Regione: Mileto, Gioiosa Ionica, Isola Capo Rizzuto. Ma c’è chi non accetta di spostarsi perché se non trova lavoro entro 5 mesi, rischia di essere espulso.
Intanto nella baraccopoli si ricostruisce la tragedia che ha portato alla morte di Moussa Ba, il 29enne senegalese, raggiunto dalle fiamme mentre dormiva. Il fuoco sarebbe stato innescato da un fornelletto acceso per riscaldarsi.
Sul posto arriva anche il sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano: “E’ una sconfitta per lo Stato ogni volta che muore un essere umano”, dice. Mai portato a compimento il progetto del Viminale di ricollocare i migranti e trovare soluzioni abitative adeguate nella piana di Gioia Tauro. Gli ultimi dati del Ministero dell’Interno parlano di quasi 1600 stranieri presenti nell’area, 1070 quelli che abitano nelle capanne di plastica e lamiera. Degli 80 che hanno diritto ai progetti di integrazione, in 52 hanno diritto al trasferimento, 26 sono già partiti. I richiedenti protezione internazionale sono 669. Su 326 contattati per valutare il passaggio nei centri dell’accoglienza – continua il Viminale – hanno aderito in 162. Ma solo 11 si sono effettivamente presentati.