Il Presidente Mattarella, nel giorno del suo giuramento ha tenuto il discorso al Parlamento italiano, ha ricordato i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E sulla lotta alla mafia non ha lasciato margini di incertezze.
Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ammazzato in Via D’Amelio che era vicino alla verità sulla Trattativa Stato–Mafia, Non ha dubbi: “Non basta ricordare Falcone e Borsellino. Sulla questione della lotta alla mafia occorre che il nuovo capo dello Stato, Sergio Mattarella, mostri di distanziarsi dall’atteggiamento del suo predecessore. Ricordare i giudici non basta, l’importante sono i fatti. Io mi aspetto che questo presidente faccia atti per agevolare la strada della verita’ e della giustizia anche per differenziarsi dal suo predecessore che su quella strada ha posto dei macigni. Mi riferisco al conflitto di attribuzione sollevato davanti alla Consulta che e’ stata una delegittimazione dei magistrati Palermitani che portano avanti il processo sulla trattativa Stato-Mafia, o ancora la pretesa di distruggere le intercettazioni con Mancino che e’ stata una ferita al prestigio delle nostre istituzioni”.
Maria Falcone, sorella di Giovanni morto a Capaci, ha invece dichiarato “ Giovanni e Paolo rappresentano tutti i morti per mano mafiosa, e tra le vittime c’è anche il fratello del presidente della Repubblica. Il ricordo del Capo dello Stato sottolinea quanto sia importante continuare nella battaglia contro la mafia, una battaglia che non e’ stata ancora vinta. Le mafie vanno combattute con forza e senza titubanze. E’ necessaria una costante attenzione, perche’ la criminalita’ organizzata oltre ad essere un peso sociale insostenibile, lo e’ anche sul fronte economico e toglie speranze e futuro alle nuove generazioni”.
La lotta alla mafia dovrebbe aggiungere un importante tassello, quello della cattura del super latitante Matteo Messina Denaro che aprirebbe un’altra pagina, forse sconosciuta, come dice Massimo Ciancimino, ricordando Falcone che riuscì a tracciarne “una mappa e un’identità” grazie al superpentito Buscetta.