Negli Stati Uniti d’America (USA), la cannabis è legale in 28 stati per scopi medici e 8 stati per uso ricreativo. Nel 2016, l’industria della marijuana legale ha raggiunto quasi 7 miliardi di dollari di vendite solo negli Stati Uniti.
Anche se il consumo continua ad aumentare, gli effetti medici della marijuana rimangono sottostimati.
I giovani maschi comprendono i demografici che hanno maggiori probabilità di consumare cannabis e questi individui saranno i più vulnerabili alle sue conseguenze a breve e lungo termine. Anche in Italia il consumo di cannabis è vorticosamente aumentato.
Abbiamo allora chiesto delucidazioni, al Dr. Andrea Militello, premiato come miglior urologo andrologo d’Italia nel 2018 (studi a Roma, Viterbo ed Avezzano) su eventuali ripercussioni negative che l’uso della cannabis può avere sull’apparato riproduttivo maschile.
“Sono numerose le ricerche in tal senso -dice il Dr Militello – e uno studio importante condotto utilizzando i database Medline e Embase fino a maggio 2017 ha incluso modelli in vitro, modelli animali, serie di casi, case-control e disegni di coorte. Dopo le esclusioni, 91 articoli sono stati sintetizzati per l’analisi qualitativa. Di questi manoscritti, 30 riguardavano la marijuana e l’infertilità maschile, 36 discutevano di cannabis e di salute/ormoni sessuali maschili, e 25 esploravano la relazione tra marijuana e neoplasie urologiche”.
“Per quanto riguarda la fertilità del fattore maschile che utilizza i parametri dello sperma come surrogato, i cannabinoidi probabilmente svolgono un ruolo inibitorio. I dati sulla marijuana e sulla funzione sessuale maschile sono mescolati ma suggeriscono che la marijuana può migliorare l’esperienza soggettiva dei rapporti sessuali mentre potenzialmente contribuisce alla disfunzione erettile in modo dose-dipendente, cioè in maniera crescente in rapporto alla quantità assunta” spiega il dottore.
“La cannabis è stata associata ad un aumentato e ridotto rischio di tumore maligno a seconda dell’organo bersaglio. L’esposizione alla marijuana sembra essere un fattore di rischio indipendente per il cancro del testicolo, i dati sul cancro della vescica sono contrastanti e le prove sul cancro alla prostata supportano gli effetti anti-neoplastici dei cannabinoidi” continua il Dr. Militello.
Gli studi sugli effetti della cannabis suggeriscono un impatto sulla salute e sulla malattia urologica insomma.
“Sono per questo necessari studi prospettici a lungo termine per una ulteriore delucidazione di questi effetti” conclude l’andrologo Dr Andrea Militello