Il boss della ‘drangheta, Rocco Morabito, è riuscito ad evadere dal carcere di Montedvideo prima che la sua estradizione in Italia diventasse concreta. Il 53enne boss della ‘ndrangheta era stato arrestato in Uruguay nel settembre 2017. Si trovava rinchiuso in quel carcere situato nel centro cittadino in attesa di essere estradato in Italia.
Ad aiutarlo nella fuga i tre carcerati evasi insieme a Morabito. Con il boss della ‘ndrangheta sono fuggiti Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, detenuto per falsificazione di documenti e furto, su richiesta della giustizia brasiliana, Matías Sebastián Acosta González, in attesa della sua estradizione dal Brasile, e Bruno Ezequiel Díaz, in cella su richiesta dell’Argentina per omicidio.
La fuga rocambolesca
Era quasi la mezzanotte a Montevideo, corrispondente più o meno alle cinque di ieri mattina in Italia. Si sarebbero calati da un muro del tetto del carcere sul quale era aperta una falla. Un passaggio breve in un piccolo balcone al quinto piano di un’abitazione attaccata sul confine della prigione. Hanno forzato una persiana di plastica e una volta rotti i vetri e aperta la finestra si sono introdotti nella casa. Da tre anni in quella casa ci abitava una ottantenne, che si è trovata subito di fronte i quattro uomini, i quali hanno acceso le luci e andavano rovistando in tutte le stanze per trovare le chiavi della porta di casa per darsi alla fuga, con la scusa di andare a trovare una figlia ammalata. A parlare sarebbe stato sempre e solo il boss calabrese, «che aveva la barba e parlava con un accento italiano. L’oratore era il gentiluomo» – ha dichiarato la donna subito dopo alla polizia. Nessuna minaccia all’anziana impaurita. Prima di andarsene, avrebbero prelevato soltanto i soldi che la donna aveva nella sua borsa. Poi, una volta aperta la porta, i quattro sono scappati per le scale, mentre l’anziana malcapitata ha preso l’ascensore per scendere e andare ad avvertire il personale del carcere, resasi conto che poteva trattarsi di persone scappate attraverso il muro della prigione.
Una latitanza da nababbi
L’arresto nel 2017. Rocco Morabito, originario di Africo, venne arrestato il 2 settembre 2017 sempre a Montevideo. L’uomo era latitante da circa 25 anni. Era nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia, stilata nell’ambito del Programma speciale di ricerca da parte del Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti più pericolosi (Giirl), e pubblicata dal Ministero dell’Interno, nella quale sono inclusi i criminali considerati di estrema pericolosità dalle Forze di Polizia. L’uomo venne scovato dagli agenti della polizia uruguaiana in un noto albergo del centro. Viveva come un nababbo nella località balneare di Punta del Este, nell’esclusivo quartiere di Beverly Hills, dove tutti lo conoscevano come un facoltoso imprenditore nel settore dell’import-export e nella coltivazione di soia. Era là da circa otto anni, dopo che si era trasferito dal Brasile. Nella capitale del paese dell’America meridionale viveva sotto falso nome, Francisco Antonio Capeletto Souza, una falsa identità brasiliana, che gli aveva permesso di ottenere una carta d’identità uruguayana.
Rocco Morabito, quando è stato arrestato era anche destinatario di un ordine di carcerazione emesso nel 2008 dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, poiché condannato alla pena della reclusione di 30 anni per i reati di associazione di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.