“Io regista? Gioco da mediano e faccio segnare altri”. Cosi’ in un’intervista a La Repubblica, edizione Palermo, l’ex presidente della Regione siciliana, Toto’ Cuffaro, che, dopo avere scontato una condanna per favoreggiamento alla mafia, si e’ ritagliato un ruolo di “regista” in vista delle elezioni amministrative di Palermo e delle prossime regionali in Sicilia. “Oggi non segno – spiega -, perche’ mi e’ impedito, ma penso di piu’. E magari si’, le mie idee possono avere un’influenza”. E sembra sia da attribuire a lui il merito di avere rimesso sulla stessa carreggiata il candidato sindaco di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, e Gianfranco Micciche’, leader siciliano di Forza Italia: “Ho dato un contributo – dice – a superare un problema che era sorto, quello del simbolo”. “Fabrizio ha capito subito, perche’ e’ un ragazzo intelligente – aggiunge -. Il simbolo e’ l’identita’ di un partito, non si puo’ chiedere a nessuno di rinunciarvi. Detto cio’, vorrei evitare che qualcuno strumentalizzi il mio favore nei confronti di Ferrandelli per attaccarlo”, sottolinea Cuffaro, che dichiara apertamente di sostenerlo: “Fabrizio mi emoziona: ha il rapporto che avevo io con la gente”. Poi, in merito alle prossime regionali, afferma: “La Sicilia sara’ un laboratorio centrista. Lagalla e’ il nome giusto”. “La mia idea – spiega – e’ che, se Renzi vincera’ le primarie, dara’ al Pd una connotazione centrista, che attrarra’ Alfano, Cesa, Casini, Fitto. E Berlusconi. E qual e’ il primo appuntamento importante dopo il congresso? Le Regionali siciliane, che potrebbero rappresentare il laboratorio per questa coalizione, in vista delle Politiche”. Lagalla, dice Cuffaro, “credo sia un nome equidistante, in grado di dialogare con le diverse anime. Ma ce ne sono altri, da La Via a Prestigiacomo. Mi spiace per Musumeci ma credo che un uomo di destra non possa guidare questo progetto. E poi ha gia’ perso due volte”.