Dire che la Lega Nord è diventato un partito monotematico è un’esagerazione ma sicuramente il tema dell’immigrazione ha un ruolo centrale nella propaganda politica. Le T-shirt con la ruspa — simbolo della demolizione dei carnpi rom — erano le più ricercate ieri a Pontida e lo stesso Salvini l’ha indossata per il suo comizio finale. L’immigrazione è un tema sentito sia dall’elettorato tradizionale del Carroccio sia dai transfughi di Forza Italia e si presta a colpire il governo di Matteo Renzi accusato dai leghisti di «ospitare i clandestini negli hotel a cinque stelle» oppure di pagar loro «la casa, le sigarette e la ricarica telefonica». Ma siccome l’ambizione dichiarata di Salvini è quella di superare il perimetro del partito identitario e di arrivare a comporre una maggioranza politica del 51% bisogna andare «oltre la ruspa» e in tempi non biblici. Per questo motivo la parola «programma» è diventata centrale in questi ultimi giorni e segnala un tentativo del gruppo dirigente leghista di articolare una proposta attraente per l’elettorato moderato di centrodestra. Perché con una propaganda monotematica si può anche conquistare un grande Comune ma non Palazzo Chigi. Tra il dire e il fare c’è di mezzo un’elaborazione compiuta che dal palco di Pontida ancora non si è vista.
Eppure, Matteo Salvini tranquillizza i suoi: <La ruspa la uso solo per i campi rom, ma se ho un gettone lo uso per Renzi. Perché il problema degli italiani è lui, non sono gli altri.> Deludendo forse le migliaia di militanti leghisti che si sono ritrovate ieri al tradizionale raduno di Pontida, nella Bergamasca, che si aspettavano un messaggio più forte. <Qui non c’è rabbia né rancore — spiega il segretario federale del Carroccio — Siamo qui per costruire la speranza e il futuro dei nostri figli. La paura la lasciamo a Renzi e alle sue damigelle>. Si capisce subito che il bersaglio di Salvini è il premier e che il leader della Lega vuole rassicurare non tanto il suo popolo, ma gli italiani. <Non mi interessano le alleanze — dice dal palco — ma parlare a quel cinquanta per cento di italiani che non vanno a votare e stanno a casa>. Promette: <Cambieremo questo Paese, partendo dalle cose necessarie, dalle cos e possibili>. Non come il presidente del Consiglio in carica, che secondo Salvini ha vinto le Europee dando gli 80 euro in busta paga. <Cambieremo anche l’Europa>, che per il leader leghista sembra addirittura <una unione sovietica criminale>. Salvini non rinuncia a una stoccata a Papa Francesco. Gli brucia ancora che il pontefice nei giorni scorsi abbia chiesto perdono per quelli che non accolgono gli immigrati. <Mi fa piacere che il Papa a Torino abbia trovato il tempo per incontrare i rom — sottolinea sibillino il leader del Carroccio — Sono sicuro che avrà incontrato anche i torinesi esodati>.