Il governo si impegni ad assicurare che la sede principale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni resti, a tutti gli effetti, quella di Napoli”. – È quanto richiesto nella risoluzione presentata in Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni da Annamaria Carloni e dai deputati campani del Partito Democratico.
“Il decreto sulla Pubblica Amministrazione è intervenuto sulla razionalizzazione dell’attività delle autorità indipendenti, e il legislatore, modificando il testo originario in sede di conversione, ha voluto mantenere le sedi originarie delle Autorità indipendenti e ha richiesto il potenziamento della sede principale, contestualmente alla riduzione delle dimensioni delle sedi secondarie e al contenimento delle relative spese.
Nel caso dell’Agcom – denunciano i parlamentari – si è invece assistito a un progressivo ampliamento della sede secondaria di Roma, sia per quanto concerne il numero del personale, sia per quanto riguarda la rilevanza delle attività svolte, a discapito della sede principale di Napoli”.
“Ogni ipotesi che l’Autorità individui la sede di Roma come sede principale, mantenendo la sede legale a Napoli, è in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente, e – spiegano i deputati – pregiudicherebbe in modo irreparabile le relazioni e le sinergie che nel corso degli anni si sono sviluppate tra l’attività dell’Autorità, da un lato, la città e il comune di Napoli, la regione Campania, l’Università Federico II, gli altri centri partenopei di studi superiori, dall’altro, facendo venir meno tutte le rilevanti ricadute positive, sotto il profilo sociale, economico e culturale, per tutto il territorio che questi rapporti hanno creato”.
“È necessario che il governo assuma tutte le iniziative opportune – concludono i deputati – per non compromettere l’obiettivo, esplicitamente dichiarato nel momento in cui Napoli è stata individuata come sede dell’Autorità, di attribuire alla città un ruolo di riferimento per lo sviluppo del Mezzogiorno in uno dei settori tecnologicamente più avanzati ed economicamente più significativi, quale è il settore delle comunicazioni”.