La notizia di 18 rinviati a giudizio tra ex consiglieri e altri tutt’ora in carica ci consegna una fotografia indegna della politica lucana. Non solo la nostra Regione deve combattere quotidianamente con mille problemi legati alla mancanza di sviluppo economico, di programmazione, di sviluppo turistico, di rilancio dell’agricoltura e dell’artigianato, non solo migliaia di giovani lucani sono costretti ad emigrare, ma, come se già questo quadro non fosse di per sé sconfortante, dobbiamo anche fare i conti con una classe politica discutibile per comportamenti e cattive abitudini.
La vicenda la ricordiamo tutti. Nel bel mezzo della scorsa consiliatura, dalla Procura di Potenza arrivarono una serie di avvisi di garanzia rivolti a numerosi consiglieri regionali. E’ così che è scoppiato il famoso scandalo della rimborsopoli lucana. Anche a seguito di quella vicenda giudiziaria, arrivarono ben presto le dimissioni del governatore De Filippo e della sua Giunta e si giunse ad elezioni anticipate.
Mentre però alcuni consiglieri regionali uscenti coinvolti nello scandalo si ritirarono a vita privata, altri, non solo si candidarono, ma oggi occupano poltrone eccellenti.
Così, siamo arrivati al secondo atto di quella brutta storia con il rinvio a giudizio di ben 18 persone tra le quali spiccano i nomi Presidente del Consiglio, Francesco Mollica e l’ex consigliere regionale Luigi Scaglione (noto alle cronache più recenti proprio per un importante incarico ricevuto nelle settimane scorse). Non possiamo infatti dimenticare come proprio il Presidente Mollica, con delibera n. 201600157, ha provveduto a nominare Luigi Scaglione Coordinatore dell’Ufficio Informazione, Comunicazione del Consiglio Regionale, con stipendio dirigenziale comportante una spesa lorda di circa 121 mila euro di soldi pubblici.
Mollica ha giustificato tale nomina in virtù di ipotetiche qualità professionali possedute da Scaglione, cosa che gli viene legittimata dalla legge regionale n. 7 del 2001 che consacra, a parer mio, un eccesso di potere nella scelta della figura dirigenziale.
Per ovviare a questa anomalia legislativa regionale, sono intervenuto con una proposta abrogativa che intende ripristinare, invece, la selezione pubblica, così come previsto dalla nostra Carta Costituzionale.
La meritocrazia, elemento chiave dello spirito del MoVimento 5 Stelle, è l’unico mezzo per contrastare lo spopolamento demografico e l’inarrestabile fuga dei giovani lucani.
Continuiamo a ripetere che tutti hanno diritto ad essere considerati innocenti sino a quando non intervenga una sentenza definitiva di condanna, e ci auguriamo che i consiglieri coinvolti riescano a provare la loro estraneità da ogni addebito, ciò però non toglie che la politica non solo deve essere trasparente e pulita, ma deve pure apparire tale. Al politico è pertanto richiesto un surplus nei comportamenti pubblici e privati che nel caso del Presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, non può che concretizzarsi nelle dimissioni di quest’ultimo.
Purtroppo, le vicende della politica lucana ci portano a dire che si ha una tendenza al ribasso della nostra classe politica rispetto a valori importanti come la trasparenza e l’onestà. Un quadro, quello che emerge dalle tante indagini in corso e dai tanti processi pendenti, che non è per nulla rassicurante e che spiega anche il perché in tanti si battono per la riforma del Senato voluta dal trio Renzi – Boschi – Verdini. E’ chiaro a tutti che l’immunità parlamentare fa gola a tanti e sarebbe l’ennesimo regalo fatto dalla politica ai propri fedeli servitori. Un ulteriore privilegio che scaverebbe un ulteriore solco tra politici e cittadini, i primi sempre più tutelati e garantiti, i secondi ancora di più indifesi e vessati.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata
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