L’accordo sulla legge elettorale c’è. Silvio Berlusconi dà il via libera all’Italicum ma mette i paletti: il testo della nuova riforma dovrà essere applicato solo alla Camera. E il premier Matteo Renzi incassa il risultato e spera che entro venerdì l’Aula di Montecitorio dia il via libera alla riforma. A comunicare la decisione di FI è lo stesso leader con una nota al termine del vertice con lo stato maggiore del suo partito a Palazzo Grazioli. “Come ulteriore atto di collaborazione, nell’interesse del Paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell’assetto istituzionale – scrive Berlusconi -, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l’efficacia alla sola Camera dei deputati, accettando lo spirito dell’emendamento 2.3”, vale a dire quello che prevede la soppressione della parte sull’elezione del Senato. Tuttavia, il cavaliere non manca di esprimere il suo “disappunto” per la “difficoltà del presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati”. Detto questo, l’ex premier conferma “integralmente l’accordo pubblicamente realizzato, senza alcun ‘patto segreto’, come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa” e ribadisce “piena collaborazione su questo piano, e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, e su tutto quanto, a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra”.
“Quello di oggi mi pare un importante passo in avanti – commenta Renzi da Tunisi – . E’ importante che si arrivi a un modello in cui ci sia un vincitore certo, che è garantito dall’Italicum. Il fatto che il Senato non abbia una norma elettorale quando abbiamo deciso di superarlo mi pare secondario: i cittadini devono sapere che andremo a votare solo per la Camera. “Non capisco le polemiche di oggi: vediamo se entro venerdì ci sarà la legge elettorale, spero che in Parlamento non ci siano ulteriori dilazioni e si approvi la riforma”. Anche il Pd esulta per l’accordo e il portavoce Lorenzo Guerini osserva: “E’ positivo che abbiamo trovato l’accordo sulla legge elettorale, segno che il cammino delle riforme può proseguire. Siamo determinati a portare avanti questa battaglia per il cambiamento. E’ un’occasione che non possiamo permetterci di perdere per il bene del Paese”. E all’assemblea dei deputati del Pd il capogruppo Roberto Speranza puntualizza: “Non possiamo perdere questa occasione e dobbiamo dimostrare che la politica e’ in grado di fare le riforme. Bene ha fatto Renzi anche ad allargare il campo della maggioranza e interloquire con una parte delle opposizioni in questa legislatura ci sono tutte le condizioni per fare le riforme: sia quella elettorale sia quella del superamento del bicameralismo sia quella del titolo”.
Per il Nuovo Centrodestra scrive su Twitter Angelino Alfano: “Dobbiamo superare il Senato. Quindi legge elettorale solo per la Camera. Noi non siamo delusi da Renzi. Patti chiari, riforme certe #avantitutta”. Intanto, slitta l’approdo in Aula della nuova legge. A chiedere il rinvio di due ore è stato il presidente della Commissione Affari costituzionali e relatore del testo in Aula Francesco Paolo Sisto (FI). “Tutti i gruppi hanno chiesto il differimento della discussione sulla legge elettorale – afferma -. Chiedo pertanto, dovendo andare adesso al comitato dei 9, che l’aula possa essere spostata almeno fino alle 18″. Richiesta accolta dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha spostato la seduta alle 18.15. Ma il Comitato dei Nove ha chiesto un nuovo rinvio, proponendo di far slittare l’esame a domani mattina. La proposta è stata accolta e la seduta è stata fissata per le 10.30.