Martedì 7 Gennaio, dalle ore 16 presso la sala municipale in Viale della resistenza, comparto 12, nel quartiere Scampia, si terrà un incontro promosso dal Movimento 5 Stelle con gli amministratori della municipalità, i sindaci di Melito e di Mugnano, le associazioni, i comitati e i cittadini del territorio. L’appuntamento, il secondo dopo quello di via Verdi con il Comune di Napoli e ASIA, nasce dall’esigenza di approfondire alcuni aspetti relativi alla raccolta, gestione e e recupero dei rifiuti solidi urbani della città di Napoli. In particolare, sarà affrontato il tema cruciale del trattamento della frazione organica, che vede al momento l’amministrazione impegnata in scelte contraddittorie e comunque migliorabili con la partecipazione dei cittadini.
Si fa riferimento, da un lato, al bando per la costruzione del bio-digestore a Scampia; dall’altro, alla decisione di affidare la raccolta dell’umido non più al porta a porta ma a bidoncini sistemati per la strada.
Riguardo al primo punto, il M5S propone una strategia non basata su un singolo mega-impianto (quale quello di Scampia), problematico sotto il profilo dell’impatto urbano e degli scarti (acque reflue e fanghi), ma su una serie di impianti di quartiere aerobici (come quello in costruzione nel carcere di Secondigliano), che non presentano gli stessi inconvenienti e possono avvicinare il tema del compostaggio alla vita quotidiana dei cittadini. Il M5S sottolinea, inoltre, la necessità di garantire una raccolta di umido di qualità, che non può certo essere assicurata dai bidoni nelle strade ma solo dal porta a porta in tutta la città. Più in generale, occorre fare un bilancio dell’esperienza della raccolta porta a porta, a fronte di un risultato che vede il servizio poco efficiente, con una raccolta differenziata ferma a poco oltre il 20%. Occorre infine incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini, con riduzioni della Tares basate su sistemi di conferimento certificati.
In definitiva, un complesso di proposte che possono migliorare sensibilmente il servizio a parità di costi se non a costi inferiori, che chiamino i cittadini alla partecipazione attiva quotidiana.
La scelta di fondo resta una scelta politica, di sostenibilità ambientale, di armonizzazione degli interventi, di strategia sociale.
Pensare che un quartiere, sul quale già tanto infelicemente si è intervenuti, debba accogliere un impianto fortemente impattante, è davvero una scelta che appare poco attenta alla storia e alla necessità di riscatto della periferia napoletana.