Renzi, a sorpresa, bypassa il governatore della Puglia, Emiliano, e punta sul sindaco Decaro per la guida dell’Anci, l’associazione dei Comuni attualmente presieduta dal primo cittadino di Torino, Piero Fassino. Una scelta che è destinata ad alimentare nuova ruggine fra Emiliano e il Premier. Renzi, alle bordate del governatore pugliese sulla Tap, ha risposto in diretta a Porta a Porta, inserendolo nell’elenco dei suoi avversari interni al Pd, facendolo non poco innervosire. Quindi, sabato scorso ha disertato l`inaugurazione della 79° Fiera del Levante di Bari, preferendo volare all’ultimo momento a New York per godersi la finale (peraltro tutta pugliese) degli Us Open vinta da Flavia Pennetta contro Roberta Vinci. Il governatore non l’ha presa bene. Ha scelto una linea più dura nel suo intervento dal palco punzecchiando Renzi con frasi abbastanza esplicite, come quando ha detto che «mi sarebbe piaciuto andare a New York, ma il mio dovere me lo impedisce. Qui in Puglia la partecipazione e la responsabilità verso i cittadini sono un metodo consolidato».
Da qui l’idea, rilanciata da alcune indiscrezioni, di farsi vedere alla Campionaria prima della sua chiusura, dato che è in programma fino a domenica 20. A Decaro tocca tenere insieme il diavolo e l`acqua santa. È un renziano di ferro e il giglio magico sta puntando su di lui come fedelissimo del premier, uomo di fiducia di Renzi nel Mezzogiorno; e questo in alternativa al troppo ribelle Emiliano. Però Decaro è pure un figlioccio politico del governatore, il quale ha cercato in tutti i modi alle elezioni amministrative di erigerlo a suo erede (più che successore) alla guida del Comune di Bari. Che questo amministratore 45enne stia facendo strada negli ambienti renziani lo dimostra anche il fatto che il premier avrebbe intenzione di metterlo alla guida dell`Anci, l`associazione dei Comuni attualmente presieduta dal primo cittadino di Torino, Piero Fassino. Lui, Decaro, sabato scorso per attutire le stilettate di Emiliano contro Renzi ha parlato di collaborazione tra istituzioni, si è reinventato nella figura di paciere tra le parti ricordando che, in fin dei conti, tutti e tre (Decaro, Renzi ed Emiliano) rimangono dentro di sé dei sindaci e «come sappiamo tutti e tre, un sindaco può diventare anche segretario generale delle Nazioni Unite, ma dentro resterà sempre un sindaco». Dunque, «siamo tre sindaci e tre compagni di partito, che a diversi livelli, lavorando insieme, hanno l`obbligo morale, ancor prima che politico, di far sì che le parole si trasformino in realtà. Di far sì che la collaborazione istituzionale prevalga su qualunque altra spinta».