Per fare un governo, al centrodestra mancano circa 75 parlamentari, ai cinquestelle 140. È escluso per il momento che questi parlamentari mancanti siano offerti dal Partito democratico. Dalle dichiarazioni di ieri, rese anche dagli avversari di Renzi, è stato negato ogni apporto sia a un governo Di Maio che a un governo Salvini. Quelli del Pd regoleranno i loro conti lunedì in una direzione forse meno tempestosa di quello che si crede. Renzi, che ha consegnato a Orfini la sua lettera di dimissioni (l’idea del congelamento si direbbe tramontata), sarà presente [De Marchis su Rep], ma non dirà una parola.
La relazione sarà tenuta dal vicesegretario Martina. Costui ribadirà che il Pd, in base all’indicazione degli elettori, deve restare all’opposizione. Gli analisti segnalano la presenza di un partito nel partito che spera, alla lunga, di dare soddisfazione al Colle e aiutare la nascita di un governo Di Maio. Ne farebbero parte: Franceschini, Orlando, Gentiloni, Delrio, Finocchiaro, il neo-iscritto Carlo Calenda, Zanda. Renzi ha comunque un forte controllo sui gruppi: 60-65 parlamentari renziani alla camera (su 107), 35 al senato (su 53). Sui presidenti delle camere, il partito voterà scheda bianca.
Ieri Renzi era a Firenze, a Palazzo Vecchio, prima con Dario Nardella per un pranzo alla Buca dell’Orafo, poi a fare scuola guida al figlio con il motorino
Nell’ultima legislatura, a parti invertite, era il Pd di Bersani che chiedeva voti al M5S per fare il governo. E i grillini hanno risposto picche. Ora succede esattamente il contrario…