“Se l’Italia fa l’Italia noi siamo in condizione di guidare l’Europa e non è vero che il Sud è spacciato per cause esterne. Possiamo rimettere in moto la speranza non soltanto in questa parte del Paese, anche se non voglio minimamente ignorare le cause storiche e strutturali che hanno portato la situazione al punto in cui è giunta in questi anni”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel corso del suo intervento in Prefettura a Napoli. “In vista del determinante passaggio sulle europee – ha proseguito il Presidente del Consiglio – noi vogliamo smontare due considerazioni: che l’Italia sia il problema dell’Europa e che il sud sia il problema dell’Italia. L’Italia deve fare l’Italia. Abbiamo il dovere di non indietreggiare di mezzo centimetro rispetto alle riforme intraprese. Dobbiamo dare del tu al presente e alla realtà. I denari che il Paese non sta spendendo o in alcuni casi spende male gridano vendetta”. Il presidente del Consiglio ha poi citato gli esempi virtuosi della Polonia (“se facessimo come i polacchi, non avremmo il deficit infrastrutturale nel Mezzogiorno”) e della Germania.
“I punti di partenza per me – ha quindi dichiarato il Premier – sono due: la scuola e il lavoro. La Scuola vista come il punto di partenza nella lotta contro criminalità organizzata e come avamposto contro l’illegalità per la quale da qui a sei mesi apriremo 10muila cantieri. Il lavoro attraverso il progetto “Garanzia-giovani” che vale 1,7 miliardi che ha l’obiettivo di contrastare la piaga della disoccupazione e in particolare di quella giovanile”. Renzi ha poi accennato alla vicenda Expò affermando che “mentre c’è chi vuole bloccarlo, noi non soltanto investiamo ma giochiamo il jolly. Forse perderemo dei voti ma almeno creiamo occupazione” e, ha sottolineato ancora, tuteliamo il nostro settore agroalimentare. “Il mio auspicio – ha aggiunto – è che il giorno dopo le elezioni europee sia chiaro il mandato delle istituzioni europee”, e cioè “garantire la possibilità di escludere dal patto di stabilità i fondi di cofinanziamento e i fondi di sviluppo e coesione”. Infine la chiosa vigorosa del premier: “Il Sud non è il problema dell’Italia ma il Sud è il problema del Sud. Il governo c’è perché se perde qui perde la sfida Paese”.