“Martedi’ prossimo presenteremo il Def”. Lo ha annunciato Matteo Renzi a Otto e Mezzo ieri sera. Per il taglio dell’Irpef, “la stragrande maggioranza dei denari – ha aggiunto il presidente del Consiglio – verra’ dalla cosiddetta revisione della spesa, che non e’ solo un taglio dei denari ma un cambio della pubblica amministrazione”. Il premier si e’ detto pronto a dare battaglia in Europa, non per sforare il tetto del 3 per cento, ma per cambiare le regole: “Questa Europa qui sta allontanando le persone, vogliamo cambiarla. Non e’ un problema di sforare lo 0,1%. Dalla procedura di infrazione siamo usciti e non vogliamo rientrarci. Ci diamo tre mesi di tempo, mettiamo in fila le cose discusse da anni e le facciamo. A quel punto noi iniziamo una battaglia”.
Nessuna concessione, pero’, agli antieuro: “Uscendo dall’euro – ha aggiunto – le cose andrebbero peggio. Ma sbaglia chi dice che l’Europa va bene cosi’. Noi rispettando i parametri europei siamo andati da una disoccupazione dell’8% al 13%”. “Il 15 o il 16 aprile – ha aggiunto – ci sara’ il Consiglio dei ministri per sbloccare i denari che servono per il taglio dell’Irpef”. Nei provvedimenti che saranno approvati, spiega, saranno materialmente indicate le coperture. Quanto al patto con FI sulle riforme, Renzi spiega: “Denis Verdini non mi ha detto che Berlusconi e’ preoccupato, ma spero che FI resti nell’accordo e sono convinto che votera’ la riforma del Senato, del Titolo V e l’abolizione del Cnel. Io non sono in grado di rispondere su cosa pensa FI. Io sono presidente di un Paese che se fa le riforme diventa credibile, se non le fa la classe politica perde la faccia. FI sta dentro l’accordo e rispetta l’accordo, per quanto riguarda me. Ma il punto non e’ cosa fa Forza Italia, ma cosa fara’ l’Italia”. E comunque “si viaggia come un rullo compressore”, ha detto Renzi a proposito del ddl che abolisce le province Renzi ha anche spiegato che se Grillo prendera’ un voto piu’ di lui alle Europee, lui non si dimettera’: “e perche’ dovrei?”, ha risposto a Lilli Gruber.
Renzi affronta anche la prossima tornata di nomine e, in particolare, dei vertici di Eni: “Le nomine non si fanno tirando un nome a caso ma sono conseguenza dei progetti” industriali delle imprese ed e’ “alla luce di questi progetti che decideremo”. “Se parte dal requisito di onorabilita’ della persona – dice il presidente del Consiglio – le dico che prima di tutto c’e’ il progetto di Eni, poi il giudizio su quello che e’ stato fatto, e alla fine il nome”. Renzi inoltre rivela di “essere stato oggi a pranzo con Scaroni” e aggiunge: “Che cos’e’ Eni, oggi? Non solo la piu’ importante azienda italiana nel mondo. E’ un pezzo strategico della nostra credibilita’, della nostra economia e della nostra intelligence. Le scelte che faremo partiranno da questo presupposto”. I “gioiellini di famiglia” non si vendono. Matteo Renzi lo ha ribadito anche ieri a Londra a chi gli chiedeva perche’ non vendesse Eni. “Non pensate che noi siamo terra di conquista”, e’ pronto a confermare il premier quando l’Italia avra’ fatto le riforme. Rispondendo alle domande di Lilli Gruber: “Ieri a Londra mi hanno detto che potrei vendere Eni. E no, noi non vendiamo i nostri gioiellini”, ha riferito.
fonte: Agi