Renzi al Mattino, Berlusconi al Corriere del Mezzogiorno: due interviste per il rush finale della campagna elettorale.
RENZI. «Non ci giro intorno. L’Italia è ripartita, il Mezzogiorno non ancora. – spiega il premier – E questo significa che noi dobbiamo fare di più, che io debbo fare di più (…) Abbiamo da spendere quasi dieci miliardi di euro di fondi europei nelle regioni del Mezzogiorno: dobbiamo farlo meglio del passato (…) Domani si inaugura un nuovo pezzo di metropolitana della capitale del Sud, Napoli. Bene, sia un simbolo della ripartenza”. E su De Luca: “Ha vinto le primarie dopo aver fatto il Sindaco con la determinazione che tutti gli riconoscono e che ha oggettivamente trasformato Salerno. Io oggi vado a Salerno per vedere cose concrete: il cantiere di un asilo nido nella città del sud che ha il miglior sistema di asili nido, con medie europee. Il centro di compostaggio che fa di Salerno una terra all’avanguardia sull’ambiente, altro che ecoballe. Il porto turistico. De Luca potrà essere criticato per un profilo molto deciso, diciamo così. Ma non ho mai sentito nessuno intellettualmente onesto negare che sia stato un sindaco straordinario, che Salerno sia stata resa più pulita e più bella, che i cantieri siano stati sbloccati. Di che cosa ha bisogno la Campania? Secondo me di un sindaco che faccia funzionare le cose”.
BERLUSCONI. “Come giudica gli impresentabili candidati con De Luca?”, è una delle domande. Risposta: «Le rispondo con le parole di Renzi, che li ha definiti ingiustificabili, ammettendo che nelle liste della sinistra ci sono candidati che lo imbarazzano e che lui non voterebbe neanche se costretto. Le liste del Pd sono un lungo elenco di nomi che fanno discutere, perché ci sono personaggi che hanno contribuito a diffondere un’idea negativa della politica ed hanno arrecato danno all’immagine della Campania. Soprattutto per questo credo siano impresentabili. Abbiamo assistito a operazioni di trasformismo come mai avevamo visto in passato. Per noi è immorale tradire gli elettori, passare da uno schieramento all’altro, mentre per la sinistra è la normalità. Loro fanno politica per tornaconto personale e quindi vanno dove pensano sia più conveniente andare».