«Da domani fino a febbraio io faro l’autista dei miei figli, a scuola, calcio, teatro. Punto»: Matteo Renzi fa un passo di lato. «Alla fine — si sfoga con i collaboratori prima di partire verso Pontassieve in serata — c’è un solo uomo che lascia avendo i voti e la richiesta del presidente della Repubblica di restare. Berlusconi ha mollato perché gli hanno tolto i voti. Prodi idem. Io con 173 voti di fiducia lascio. E senza paracadute. Da domani devo anche trovarmi uno stipendio. E ciò nonostante mi devo prendere anche gli insulti…». Già, il segretario del Pd ha deciso: «Staccherò del tutto. Non sarò domani alla direzione. Starò l’intera settimana a Firenze, tranne per il passaggio della campanella. Del resto, ho già riconsegnato le chiavi dell’alloggio di Palazzo Chigi. Tornerò sulla scena solo domenica 18 dicembre per l’Assemblea nazionale». Matteo Renzi inaugura la sua nuova strategia: tenersi lontano dalla «politica romana e dalla politica politicante» per cominciare daccapo. «Finalmente di nuovo senza giacca, finalmente di nuovo tra la gente, andrò in giro per l’Italia», dice l’ex premier, ma i suoi già stanno spingendo per farlo venire domani in direzione perché la sua assenza sarebbe male interpretata.