Mercoledì arriverà il taglio delle tasse. “Non ci crede nessuno? Lo vediamo”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi usa la scena televisiva di “Che tempo che fa” per ribadire l’impegno sin qui più oneroso del suo esecutivo. “Ci impegniamo a tagliare le tasse di dieci miliardi di euro” ha detto il premier presentando l’impegno “per la prima volta ad abbassare” la pressione fiscale come l’inizio “ufficiale” delle riforme. Un percorso che si preannuncia rischioso, anche per le ripercussioni che si intravedono nella polemica con i sindacati. “Ascoltiamo Confindustria e Cgil, Cisl e Uil ma noi sappiamo perfettamente cosa dobbiamo fare”, ha detto Renzi commentando i malumori provenienti soprattutto dall’organizzazione di Susanna Camusso.
“Avremo i sindacati contro? Ce e faremo una ragion”, ha detto il preisdente del consiglio in uno dei tanti passaggi critici nei confronti del sindacato, invitato – “intanto” – a mettere i propri conti online. Palazzo Chigi vuol partire dalla riduzione delle pressione alle famiglie, considerando il capitolo imprese avviato su altri binari: “Oggi la priorità è garantire la competitività del sistema paese e dire alle famiglie che guadagnano poco se riesco a darti qualche decina di euro vera al mese in più quei soldi lì non finiscono nel risparmio, quei cento euro vengono rimessi in circuito”. Il nodo vero, quello che Renzi non ha ancora sciolto è quello delle coperture. Oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan vola a Bruxelles per il suo esordio all’Eurogruppo e all’Ecofin. Appuntamenti che consentiranno all’Italia di spiegare quali manovre compiere per far quadrare i conti.