di Umberto De Gregorio*
Qualcuno sostiene che se Vincenzo De Luca viene eletto governatore della Campania non potrà poi governare a causa della sospensione che lo colpirebbe per effetto della legge Severino. Non è cosi. Chi viene sospeso, ci dice la storia degli ultimi mesi, e’ prontamente reintegrato, sia se viene chiamata a pronunciarsi la giustizia amministrativa ( vedi Consiglio di Stato che conferma Tar Campania su vicenda De Magistris), sia se viene chiamata a pronunciarsi la giustizia ordinaria (vedi Corte d’Appello di Bari che ha reintegrato di recente un consigliere regionale). E’ noto inoltre che a breve la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi su numerosi vizi sollevati dai giudici remittenti. Arriverà prima la Corte Costituzionale o prima il parlamento a correggere la legge Severino? Per un cancelliere di tribunale può essere indifferente. Per chi fa politica no. Ha il dovere di prendere posizione e di dire da che parte sta. La sospensione, in ogni caso, per tutti questi motivi, non vi sarà nemmeno per una sola ora.
Credo che su questa vicenda si debba aprire un’ampia riflessione. La legge Severino (come hanno sostenuto, in diverse occasioni, il giudice Cantone e lo stesso premier Renzi) va modificata nella parte in cui prevede la sospensione (solo per i sindaci e non per i parlamentari, chissà perché) non esclusivamente per reati gravi come camorra o truffa, ma anche per reati residuali e non patrimoniali come la categoria dell’abuso di ufficio: categoria nella quale praticamente oggi ricade qualunque amministratore voglia “decidere” e “fare” e non sopravvivere come un vegetale. Disegni di legge in questo senso sono agli atti parlamentari ed una forte iniziativa politica è portata avanti dall’ANCI nazionale. De Luca è stato giudicato colpevole di aver utilizzato la espressione “project manager” invece di “coordinatore”. Una sentenza ridicola: sono convinto che verrà assolto nei gradi successivi del giudizio, avendo, come sempre, piena fiducia nella magistratura.
Un virus si è impadronito delle nostre menti, sostiene lo scrittore Francesco Delzio nel suo recentissimo libro “opzione zero”. Un virus così pericoloso da aver causato il declino del nostro Paese. Così invisibile che i suoi effetti si vedono soltanto nel lungo termine: dopo anni dalla sua entrata in azione, può accadere che un’intera comunità si blocchi, perda competitività e annulli le sue potenzialità di crescita. È esattamente ciò che è successo alla Campania.
Negli ultimi 20 anni, nella gran parte dei casi in cui un Sindaco, un dirigente pubblico, un grande imprenditore si è trovato di fronte ad una decisione strategica , ha scelto in realtà l’Opzione Zero. Ha deciso di non decidere. Per non rischiare. Per non assumersi responsabilità. L’Opzione Zero è il virus che ancor oggi tiene in ostaggio il nostro territorio. Se vogliamo rinascere, dobbiamo iniziare a decidere. Resettando tutto ciò che ci ha tenuto bloccati negli ultimi due decenni, tutte le “sovrastrutture” che hanno mortificato l’inesauribile creatività e intraprendenza della nostra gente. Per questi motivi il PD e lo stesso Renzi non ha accettato che la candidatura di Vincenzo de Luca fosse bloccata da una ridicola sentenza di primo grado. Siamo in un paese di diritto. Un paese che Matteo Renzi, senza paura, sta tentando di sbloccare. In questo progetto, il coraggio di Vincenzo de Luca appare utilissimo per il nostro territorio.
*Coordinatore Programma di De Luca, candidato alle Primarie