La fase 1, per ottenere il reddito di cittadinanza, è una sorta di percorso a ostacoli; non è da meno lafase 2, quella con obblighi e sanzioni per chi vedrà accreditarsi l’assegno tra marzo e aprile: previsti almeno sei vincoli, dalla registrazione su piattaforma Siupl all’accettazione di almeno una di tre offerte di lavoro congrue. Il testo del decreto è alle ultime limature tecniche, con il governo che conferma l’approdo in Consiglio dei ministri già domattina. Sono tre milioni di poveri, disponibili a lavorare, e due milioni da assistere: i conti li ha rifatti Svimez in base alla platea di benefiIciari indicata dal governo e agli stanziamenti varati in legge di bilancio. Secondo le stime dell’esecutivo l’assegno medio sarebbe di 500 euro. Ma secondo Svimez la cifra si riduce a 390 euro al mese.
Oggi le nuove regole, fissate do po i danni provocati a Bruxelles e sui mercati dalle esternazioni all’interno della maggioranza, di cono niente risse in pubblico: ci si siede intorno ad un tavolo, ci si confronta, come è avvenuto con riunioni plenarie e segretissime nell’ultimo week end ed anche ne gli ultimi due giorni. Certo il 4 gennaio quando il legislativo del mini stero del Lavoro, guidato dal vice premier Di Maio ha inviato a al Di-
partimento Affari giuridici di Palazzo Chigi (il Dagl) il testo di 27 articoli, poi uscito sui giornali, al Tesoro hanno contenuto a stento il disappunto. L’articolato conteneva molti punti da rivedere, soprattutto sul versante della tecnica giuri dica. «È scritto male», pare si sia commentato ai piani alti.