Nella settimana che si apre il governo cercherà di chiudere il testo del disegno di legge di Bilancio in modo da presentarlo finalmente in Parlamento. La manovra è stata infatti approvata nelle linee guida il 15 ottobre dal consiglio dei ministri ma l’articolato non è stato ancora inviato alle Camere, cosa che sarebbe dovuta avvenire entro il 20 ottobre. Ovviamente il ritardo che sta accumulando il governo comprime i tempi dell’esame parlamentare che dovrà concludersi entro il 31 dicembre con l’approvazione del disegno di legge di Bilancio nell’identico testo alla Camera e al Senato. La manovra contiene interventi per circa 37 miliardi di euro nel 2019, coperti per 22 miliardi di euro con un aumento del deficit, che raggiungerà il 2,4% del Pil, e per 15 miliardi di euro da tagli di spesa (6,9 miliardi) e maggiori entrate (8,1). Al momento non è ancora chiaro se le misure principali della manovra, «reddito e pensioni di cittadinanza» fino a 780 euro al mese (9 miliardi il costo della misura) e «quota 100» per consentire il pensionamento con 62 anni d’età e 38 di contributi, entreranno direttamente nel disegno di legge di Bilancio o saranno oggetto di provvedimenti collegati o di emendamenti durante l’esame in Parlamento