Un tetto di reddito e uno per il patrimonio immobiliare e il conto in banca, non solo personale, ma di tutta la famiglia. Le norme contro i furbetti, come i falsi divorziati, e poi gli obblighi per continuare a beneficiare dell’assegno. Stanziati i fondi con la legge di Bilancio, cominciano a prendere forma anche i requisiti per l’accesso al nuovo Reddito di cittadinanza, che sarà erogato a partire da aprile. I paletti per accedere al sostegno destinato alle famiglie più indigenti e ai disoccupati che si impegnano a trovare lavoro, sono per ora definiti in una bozza del decreto che a gennaio dovrà dargli attuazione, e alcuni aspetti sono ancora da approfondire. A cominciare dalla questione politica più rilevante per questa maggioranza: concedere o meno il Reddito anche agli immigrati. L’ultimo testo in circolazione prevede che sia esteso anche agli extracomunitari con permesso di soggiorno e una residenza in Italia da almeno cinque anni. Ma i due leader di M5S e Lega, Luigi DiMaio e Matteo Salvini, in passato avevano lasciato intendere il contrario. Il governo farebbe anche bene ad accelerare su «quota 100», altrimenti rischia che la gestione concreta della riforma che consentirà di andare in pensione a 62 anni con 38 di contributi finisca nel caos, con gravi ritardi nell’applicazione delle novità. Il fatto che il decreto legge tante volte annunciato non sia stato ancora approvato dal Consiglio dei ministri (si dice che lo sarà la prossima settimana) apre già una serie di problemi, visto che siamo al 2 di gennaio.

MNon ci sono solo le misure su reddito di cittadinanza e sulle pensioni, con quota 100, attese entro gennaio. La manovra 2019, dopo un travagliato iter parlamentare, con i suoi 1.143 commi è ora alla prova dell’attuazione. Non tutte le norme scritte nero su bianco nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale sono immediatamente applicative: nei prossimi mesi dovranno vedere il via libera 161 misure attuative, tra decreti ministeriali, provvedimenti e regolamenti di diversi enti. Un pacchetto che si è appesantito durante il passaggio in Parlamento: il testo della manovra uscito dal consiglio dei ministri e presentato alle Camere a fine ottobre ne prevedeva “solo” 40. L’esplosione dei decreti attuativi previsti nella legge di bilancio durante il suo esame alle Camere non è d’altronde una novità. L’ultima legge di Bilancio rimuove anche il blocco ai rincari – ad esempio di Imu e Tasi – che invece era previsto dalle due precedenti manovre. E così adesso i Comuni potranno ridurre o addirittura eliminare le agevolazioni in campo. Nello scenario più triste saranno perfino liberi di aumentare le aliquote.