Di tritolo ce n’è ancora. In abbondanza, nell’ordine di diverse tonnellate. Quantificarlo in termini numerici è difficile anche per le squadre speciali che stanno lavorando a 47 metri di profondità. Ma, di certo, l’operazione di bonifica voluta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria guidata da Federico Cafiero De Raho in sinergia con il prefetto Claudio Sammartino, consegnerà definitivamente alla profondità degli abissi il restante carico di morte della famigerata ‘’Laura C’’, che per anni ha costituito un immenso serbatoio di tritolo per le organizzazioni criminali.
Finanche, ipotizzano gli inquirenti, nella tragica Strage di Capaci, l’attentato in cui morì Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, travolti dalla forza esplosiva di qualcosa come 400 chili di tritolo. I dettagli della prima parte dell’operazione di bonifica sul relitto inabissatosi a largo di Saline Joniche (RC), sono stati forniti, dal Questore Guido Longo che si è complimentato con i 15 sommozzatori del Comando Subacquei Incursori (Com.Sub.In.) di La Spezia, in forze alla Marina Militare che, già da qualche giorno, stanno perfezionando le operazioni di recupero. Che hanno permesso di riportare a galla ben 121 panetti nel corso delle diverse immersioni effettuate anche in collaborazione con le unità navali della Sezione controllo delle coste della Polizia e della Guardia costiera di Reggio Calabria.
I 121 panetti recuperati, e quindi sequestrati, sono stati affidati al Nucleo Artificieri Antisabotaggio della Polizia di Stato che li ha mostrati nel corso della conferenza stampa. Del peso di circa 200 grammi circa ciascuno, i panetti sono contraddistinti da un foro centrale circolare di predisposizione per l’eventuale innesco, con impresso ancora il nome della società che li ha prodotti. Naturalmente si parla di materiale bellico che, spiegano gli esperti, mantiene uno straordinario stato di conservazione anche a contatto con l’acqua. Il Mercantile ‘’Laura C’’, dove la ‘’C’’ sta per Cosulich, fu colpito e affondato nelle acque antistanti Saline Joniche mentre era diretto a Tripoli il 3 luglio del Tritolo Laura C dettaglio1941.
La sua missione, nell’ambito del secondo conflitto mondiale, era quella di consegnare il suo carico fatto di materiale bellico, tra cui munizioni ed esplosivo, alle truppe italiane dislocate in Africa settentrionale. Il Comandante dell’epoca prima che la nave si inabissasse girò verso la costa la prua che, ancora oggi, appare infossata nel fondo, lasciando scoperta la poppa, dove invece sta il carico di tritolo, sistemato in tre stive separate da paratie. Solo a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 si pose il problema del suo carico, ancora però sottovalutato, almeno fino agli inizi degli anni ’90. Solo tra il 1994 e il 1995 fu accertata la presenza di tritolo nelle stive della nave, procedendo ad un primo prelievo per l’analisi del suo contenuto. Nel corso della prima bonifica si puntò a riempire le stive con colate di cemento armato che però non chiusero definitivamente le vie di accesso al relitto. Adesso però dopo il recupero dei 121 panetti la bonifica continuerà con l’intasamento (sempre con cemento armato) di quelle parti delle stive che sono rimaste fino ad oggi accessibili.