Sarà dunque Fiorentina-Napoli la finale di Coppa Italia – in onda su Rai1 il 3 maggio prossimo – e la notizia non fa certo sfregare le mani ai vertici di Viale Mazzini che pagano l’evento 20,5 milioni l’anno, compresa la supercoppa. Sì, perché per far volare gli ascolti dell’ammiraglia col calcio, e per far decollare la raccolta pubblicitaria, è necessario che in campo scenda la Juventus accreditata in Italia di oltre dieci milioni di tifosi (o simpatizzanti). A dimostrarlo proprio la Coppa Italia. Il quarto di finale tra Roma e Juventus del 21 gennaio scorso ha incollato alla tv una media spettatori di 9 milioni 333mila con uno share medio del 31,13%. Meglio aveva fatto sempre la “Vecchia signora” nella finale di Tim Cup del 2012 contro il Napoli: 11 milioni 586mila e share medio del 42,44 per cento. Numeri che Fiorentina-Napoli, salvo miracoli dell’Auditel, non riuscirà a ripetere.
Tornando alla gara del San Paolo tra Napoli e Roma, l’hanno vista otto milioni di spettatori con uno share del 27,48 per cento. Una performance migliore della semifinale del 5 febbraio scorso che era stata vista da 7.194mila spettatori con share del 24,62 per cento. Ieri oltre cinque milioni gli uomini davanti allo schermo, con share oltre il 30 per cento nella fascia d’età 15-24 anni. Asticella dello share che è salita ai massimi anche tra gli appartenenti a una classe economica e sociale “bassa”: 32,43 per cento. Il minuto più caldo dell’Auditel (con share del 30,40 per cento e audience di otto milioni 670 mila spettatori) è stato invece alle 22.15 quando ormai la gara era chiusa sul 3 a 0 ma le telecamere indugiavano sui festeggiamenti in tribuna del presidente De Laurentiis e del suo improvviso ospite d’onore Diego Maradona.