di Massimo Calise
L’Istat ha recentemente pubblicato un rapporto sulla corruzione. Per studiarne il fenomeno ha introdotto, la prima volta, una serie di quesiti nell’indagine sulla sicurezza dei cittadini 2015-2016. Lo studio stima che nel nostro Paese il 7,9% delle famiglie sia stato coinvolto in eventi corruttivi quali richieste di denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni. Il Lazio è la regione con più tentativi di corruzione (il 17,9% di famiglie coinvolte), il valore minimo nella Provincia autonoma di Trento (2%). La corruzione in sanità è più frequente in Abruzzo (4,7%) e in Campania (4,1%).
Ma qui voglio limitarmi ad alcune considerazioni sul voto di scambio, classificato, nel nostro Codice penale, fra i reati contro l’ordine pubblico con la denominazione di “scambio elettorale politico-mafioso”; il patto scelerato avviene fra un elettore e un politico, o un suo intermediario, che trasformano in oggetto di scambio quel voto che. secondo l’articolo 48 della nostra Costituzione, sancisce come “eguale, libero e segreto”.
Il rapporto stima che ad oltre 1.700.000 cittadini (il 3,7% della popolazione fra i 18 e gli 80 anni) sono stati offerti denaro, favori o regali per avere il loro voto alle elezioni amministrative, politiche o europee. Il voto di scambio è più frequente in caso di elezioni amministrative e raggiunge i picchi più alti al Sud e nelle Isole; su 100 abitanti ne hanno avuto esperienza, rispettivamente: in Abruzzo il 5,9%, Molise (3,6%), Campania (5,6%), Puglia (6,9%), Basilicata (9,6%), Calabria (5,7%), Sicilia (8,9%), Sardegna (5,5%).
Tutte le regioni del Sud, fatta eccezione per il Molise, presentano tassi sensibilmente più elevati rispetto alla media Italia (3,4%), il dato peggiore in Basilicata.
In cambio del voto sono stati offerti o promessi soprattutto favori o trattamenti privilegiati nel 34,7% dei casi, nomine o posti di lavoro nel 32,8% o addirittura denaro nel 20,6% dei casi.
Insomma fra le persone che disprezzano la politica e si lamentano dello stato attuale delle cose ci sono quelle che votano un candidato in cambio di qualcosa o, discorso diverso ma non meno dannoso, votano un candidato perché consigliato da un amico o da un famigliare (tanto a te cosa ti costa!). In questo modo si promuove una classe politica mediocre e si deprime ancor più, come se non bastasse, la democrazia.
Ma forse il dato più impressionante del rapporto sulla corruzione è che l’85,2% ritiene che l’atto corruttivo sia stato utile per ottenere quanto desiderato. Quindi, “la corruzione corrompe la stessa visione civile della società”. Un fenomeno diffuso e sottovalutato o, addirittura, bonariamente “compreso”. Non ci resta che incrociare le dita!