Radioterapia, in Campania si curi chi può: strada sbarrata per i pazienti oncologici che potrebbero giovarsi della Radioterapia stereotassica multi-slide di ultima generazione. Terapie efficaci ma che, in assenza della revisione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) non trovano corrispondenza nell’attuale nomenclatore tariffario (risalente al 1996) nè sostenibilità economica nel tetto di spesa regionale e relativo budget assegnato a questa branca specialistica (17 mln in un anno). Un limite, quest’ultimo, invalicabile secondo il ministero dell’Economia, essendo la Regione in Piano di rientro.
I centri convenzionati con le Asl, pertanto, navigano a vista. E per i pazienti va anche peggio. La Regione ha deciso di fronteggiare l’emergenza, ed evitare così il blocco totale dell’assistenza, recuperando la liquidità necessaria per arrivare fino a dicembre 2015 attraverso il ricalcolo delle prestazioni fatturate negli ultimi due anni, l’emissione di note di debito da parte delle Asl ed eventuali ratei di ammortamento a 10 anni per la restituzione delle presunte iperfatturazioni. Non solo, anche tutte le radioterapie da effettuare da qui alla fine dell’anno saranno agganciate al nomenclatore del 1996 che, secondo legge, prevede una sola schermatura per singolo trattamento.
“In pratica – dice Pier Paolo Polizzi – presidente Aspat, che rappresenta la maggioranza delle attività di questo settore – dopo l’aggiornamento delle tariffe nel 2012 si fa marcia indietro e viene nei fatti indicato un modello di radioterapia vecchio di venti anni su cui bisognerà calibrare i rimborsi anche per le radioterapie di ultima generazione. I pazienti dovranno ricevere trattamenti obsoleti che la letteratura internazionale considera ormai addirittura dannosi”. L’Aspat prende dunque ufficialmente le distanze dalle decisioni assunte dalla Regione e dalla struttura commissariale in ordine a quanto deciso nell’incontro svoltosi lunedì 21 settembre, presso la sede della Regione.
Le criticità esistenti sull’intero territorio regionale per le attività di radioterapia in realtà restano – sottolinea ancora l’Aspat in una nota.
In sintesi l’Aspat propone tre cose:
1) l’adozione di pacchetti terapeutici per singolo trattamento (così come del resto già formulati ed avviati dalla Struttura commissariale all’indirizzo del ministero della Salute)
2) la sospensione dei provvedimenti amministrativi aziendali conseguenti alla pedissequa attuazione della circolare del ministero del 7 agosto 2015, che, disponendo per l’applicazione di un tariffario obsoleto di 20 anni, costringe le strutture erogatrici ad interrompere da subito prestazioni di altissima qualità e in appropriatezza prescrittiva.
3) Infine la convocazione ad horas di un Tavolo tecnico-scientifico che, con la partecipazione delle Associazioni medico-scientifiche qualificate in materia, analizzi e risolva le criticità esistenti.
La Radioterapia registra un crescente fabbisogno ed è impensabile sia sottoposta ai tagli del 2 per cento che la spending-review ha fatto calare su tutto il settore specialistico.
Anche perché quello che viene indicato come un sovra-utilizzo ingiustificato di trattamenti andrebbe valutato alla luce dell’impegno di risorse necessarie per correggere il sotto-utilizzo, in Campania, di trattamenti indicati e altamente raccomandati per conseguire la salute dei cittadini affetti da tumori”.