Di LAURA BERCIOUX
Rosario Crocetta è in piena battaglia. A Taormina ha dichiarato che non ci sarà alcun rimpasto, che non farà come Raffaele Lombardo che cambiò molti assessori. Spara a zero e promette un esposto con nomi e cognomi di chi vuole il commissariamento e che crea finti dossier perché ciò avvenga. Parla di attentato alla Costituzione e definisce “Orlando”, il Sindaco di Palermo, il “Forforoso che fa stare i palermitani nella spazzatura e che senza la Regione ora, il Comune sarebbe in dissesto”. Il governatore considera Orlando complice di una congiura alla Sicilia, e il sindaco risponde a Crocetta dichiarando che “la Sicilia ha bisogno di ben altro delle isterie e volgarità di Rosario Crocetta”.
Poi c’è l’Ars che spende per una riunione di tre ore con i deputati 44mila euro: forse all’ARS non hanno mai applicato la legge di Monti? Sarà stata una dimenticanza. Sulla crisi regionale e il clima teso di questi giorni, ne parliamo con Fausto Raciti, segretario dei Giovani Democratici, che ha le idee chiare.
Che cosa ne pensa del patto Renzi-Crocetta?
“Onestamente non mi risulta alcun patto Renzi-Crocetta. Assisto piuttosto, sbalordito, al tentativo di aggirare il problema del buco di bilancio della regione, che secondo indiscrezioni si aggira intorno ai tre miliardi di euro, con una manovra politica di avvicinamento al premier. Come se questo facesse apparire miracolosamente i soldi in cassa. E’ l’atteggiamento di chi confonde problemi di governo enormi con un congresso di circolo del Pd”.
Riuscirà davvero a risanare i conti?
“Questo possiamo solo sperarlo. Ad oggi non vedo la presa di consapevolezza della radicalità del problema, e quindi non si vede all’orizzonte nemmeno una seria strategia”.
Non si rischia di sprecare altri milioni di euro?
“La promessa, ad inizio della legislatura era: ‘risanamento senza macelleria sociale’. Ad oggi siamo alla macelleria sociale senza risanamento, gli enti inutili sono tutti lì, con a capo gli amici del cerchio magico, l’economia ristagna, le imprese chiudono ed interi settori legati all’amministrazione regionale, come la formazione professionale, vivono nel caos”.
Il Pd è accusato di aver, di fatto, bloccato il governatore. E’ così?
“L’elezione diretta, pur volendo, non ci lascerebbe gli strumenti. La realtà è un’altra: noi abbiamo chiesto dove Crocetta voglia andare. La risposta, per citare De Gregori è che ‘non sa dove andare, comunque ci va’”.
Che cosa si può fare per uscire dalla crisi?
“Riconoscere gli errori e i limiti di questi due primi anni di governo, azzerare la giunta regionale e ricominciare daccapo, in una situazione che, peraltro, si è aggravata. Ma non vedo gesti in questa direzione”.
Al Sud il PD è debole, Renzi è in grado di riportare il PD al Meridione?
“Se saprà darsi una politica, a partire da questa finanziaria, che lo rimetta al centro come problema nazionale. Di certo l’avere presentato una manovra ‘in deficit’ è un grande elemento di novità che contraddice tanti dogmi del centrosinistra del passato. Purtroppo non lo aiuta l’ambiguità di tanti renziani, alcuni neoconvertiti,che usano il marchio per rifarsi una verginità politica appiattendosi su un governo, questo famoso governo a giuda Crocetta, i cui fallimenti rischiano di essere pagati dal Pd”.