Il Decreto comprendente Quota 100 e Reddito di Cittadinanza è in approvazione in questi giorni al Parlamento, non senza emendamenti e modifiche che sicuramente faranno discutere. Se una delle finalità del provvedimento è quella di incentivare il prepensionamento ed il ricambio generazionale degli organici aziendali, al riguardo le aziende sono perplesse. Il Centro Studi e Ricerche Future Manager ha condotto un sondaggio tra Direttori del Personale ed Amministratori Delegati per comprendere quanto, secondo la loro previsione, i lavoratori usufruiranno di Quota 100 per il proprio prepensionamento.
Secondo il 46% degli intervistati i dipendenti della propria aziende rientranti in Quota 100 non usufruiranno effettivamente del prepensionamento, mentre il 42% presenterà richiesta. Tuttavia il 67% ritiene che Quota 100 non sarà utile – o comunque non sufficiente – ai fini di un vero e strutturale svecchiamento aziendale. Solo il 6% ritiene che sarà molto utile a questo scopo. Sono dunque poche le aziende che stanno pensando ad un vero ricambio generazionale incoraggiato da Quota 100: solo il 15% delle aziende sta organizzando processi mirati di selezione finalizzati a far fronte alle richieste di pensionamento; il 61% non ha in previsione l’inserimento di consistenti numeriche di giovani laureati. Paura di una perdita di competenze a seguito del pensionamento anticipato dei lavoratori? Affatto: il 75% degli intervistati ritiene che il processo di prepensionamento tramite Quota 100 non possa nuocere in termini di competenze uscenti.