di SIMONA D’ALBORA
Che le donne non siano una minoranza nella società è una verità assoluta, ma che esse lo siano all’interno dei grandi organi esecutivi è un dato di fatto. Su 339 capi di Stato solo una ventina sarebbero donne, ad oggi sono poco meno di 80 i paesi indipendenti del mondo che sono stati governati da una donna almeno un giorno. In Medio Oriente su 13 stati sovrani si è avuta una sola donna al potere in Israele. Ma le grandi democrazie occidentali non stanno meglio: in Stati Uniti, Spagna e Italia, le donne non hanno mai occupato i vertici del potere. L’Europa è il continente dove si registra il maggior numero di donne alla guida di uno stato. Al vertice svetta l’Inghilterra, la regina Elisabetta, che detiene il record del potere al femminile più longevo di questi due secoli: è sul trono dal 1952. Segue Margherita di Danimarca, che è regina dal 1972. Infine anche in Olanda a governare dal 1980 è la regina Beatrice. Mentre in Germania Angela Merkel è cancelliera dal 2005. In Islanda Johanna Sigurdattir è al potere dal 2009 e detiene anche un singolare primato: è il primo premier dichiaratamente omosessuale. Negli Stati Uniti abbiamo il primo presidente afroamericano, ma nessuna donna è ancora diventata presidente. Brasile e Argentina sono governate da due donne, rispettivamente Dilma Roussef e Cristina Fernandez de Kirchmer. Mentre in Africa il premio Nobel Ellen Johnson Sirleaf governa la Liberia e Joyce Banda il Malawi. In questo scenario mondiale, una cosa sola è stata certa nell’elezione del dodicesimo presidente della Repubblica Italiana: la sua appartenenza al genere maschile.
“Ho fatto tutto quello che ho potuto per sostenere la battaglia e portare una donna al Quirinale – dichiara Annamaria Carloni- ma non mi pare che molte persone si siano spese per questa causa. Forse sembra che i nomi non ci siano magari non ne erano moltissime, ma ce ne sono. Mi dispiace che ad oggi ancora non ci sia stata una figura femminile a capo della repubblica, eppure figure autorevoli ne abbiamo avute tante, pensiamo in passato a Nilde Iotti, Tina Anselmi, Rosa Russo Iervolino e la stessa Emma Bonino, tutte bocciate per un’antica abitudine patriarcale che fa immaginare che la figura di garanzia degli italiani sia meglio rappresentata da un uomo. Eppure in molti paesi il capo dello Stato donna è una realtà, ma è più facile che al Quirinale passi un cammello che una donna”
Emma Bonino, senza tirarsi indietro ha dichiarato di dover diradare i suoi impegni per motivi di salute e questo ha fatto concentrare l’attenzione su un candidato uomo-
“Si con la sua dichiarazione ha fatto intendere che non potesse, di avere bisogno di un po’ di tempo per prestare attenzione alle sue condizioni di salute”
Si è parlato anche di Anna Finocchiaro…
“Anna Finocchiaro, l’ho sostenuta, era la mia candidata, ma evidentemente non siamo pronti, sarebbe stata una novità positiva, qualcosa di cui il Paese aveva estremamente bisogno in questa fase davvero molto delicata. Evidentemente fino ad oggi esiste ancora la mentalità secondo cui solo gli uomini hanno quei requisiti per assumere il ruolo di capo dello Stato.”
Intanto nell’ultimo incontro con Renzi, Berlusconi sostiene che non c’è il nome, mentre Renzi, chiede di votare per tre volte scheda bianca e poi Mattarella.:
“Mattarella rappresenta un nome di garanzia, può ben rappresentare la nostra nazione”
Ritiene che non siamo pronti ad essere guidati da una donna?
“Non so quando questo accadrà, quello che dispiace è che dai cittadini non sia venuta nessuna richiesta di cambiamento e questo ci dovrebbe far riflettere, la verità è che la politica si è allontanata dal cittadino e il cittadino si è allontanato dalla politica. Non vorrei che finissimo come la Grecia che sul piano delle donne sta riportando indietro il paese”
La Grecia, Tsipras ha formato un governo di soli uomini…
“Penso abbia fatto un errore, su Tsipras e sulla Grecia si riversano grandi aspettative di cambiamento di rotta in Europa, si certo alla fine conteranno le politiche che verranno messe in atto, ma ritengo che certe scelte non possano essere sottovalutate, soprattutto oggi che la scelta delle donne avrebbe potuto rappresentare un segnale.”