27 ottobre 1864: Napoli, XI Congresso delle società operaie. È il primo che si svolge al Sud. Nel congresso, tra contrasti sempre più accesi, è approvato a maggioranza “l’atto di fratellanza” ispirato da Mazzini, che condanna il socialismo e, pur auspicando il miglioramento graduale delle condizioni economiche dei lavoratori, ribadisce il riconoscimento della proprietà privata e rivolge elogi “capitalismo intelligente”. L’approvazione a maggioranza del documento approfondisce la spaccatura in seno al movimento operaio, ritardando la lotta per il raggiungimento delle rivendicazioni poste sul tappeto.
“Mazzini vinse la partita – scrive Montanelli – ma a prezzo di una scissione, al congresso di Napoli del ’64, dove fu approvato il suo «Atto di Fratellanza» ispirato ai princìpi di un solidarismo volto ai fini dell’unità e della grandezza nazionale. Ma dopo aver battuto il nemico di «destra», dovette fare i conti con quello di «sinistra», che lo accusava di strumentalizzare le società operaie a fini politici estranei ai loro interessi di classe. Lo stesso Mazzini fornì buoni argomenti a queste critic he trascurando l’organizzazione, per dedicarsi esclusivamente al problema di Roma e di Venezia, tuttora irredente. Solo dopo Porta Pia, che ormai aveva chiuso il processo unitario, egli cercò di riprendere il controllo delle Società, anche perché erano la sola forza politica che gli restava. Ma ormai era troppo tardi”.