In un precedente articolo, introducendo l’argomento della dipendenza affettiva nella coppia, le parole chiave su cui abbiamo puntato l’attenzione sono state dipendenza fisiologica, sicurezza, appartenenza, processo di autonomia, distacchi, mancanza, e ansia da abbandono. Oggi parliamo di alterazione della dinamica piacere-dispiacere nei casi di dipendenza, e per illustrarlo più chiaramente e semplicemente, faremo riferimento all’assuefazione da fumo di sigaretta (che è una delle innumerevoli dipendenze), per tornare poi a quello che succede nella vita delle coppie.
Partendo dalla dipendenza primaria (quella del bambino da sua madre, dipendenza totale e necessaria per la sopravvivenza), possiamo dire che ogni dipendenza è legata ad un bisogno (mangiare, coprirsi, pulirsi), e il soddisfacimento di questi bisogni (la soddisfazione dei bisogni) si accompagna e si lega ad un piacere. Il senso di fame (in un neonato come in un adulto) crea una tensione fastidiosa (che nel neonato può essere angosciante e devastante) :soddisfare il bisogno di mangiare e placare la fame, è accompagnato e si associa ad un piacere (chi non conosce l’espressione di estasi di un bambino dopo essere stato allattato!!)
Dal meccanismo bisogno-piacere, al meccanismo piacere-bisogno-dipendenza. Lo sviluppo di una dipendenza parte sempre da un piacere, dal senso di gratificazione dovuto alla soddisfazione del bisogno. Così, se nella prima infanzia è la soddisfazione di un bisogno che fa sperimentare il piacere, crescendo si comincia a sperimentare piaceri (giocare, guardare la televisione, andare in bici, nuotare, giocare a pallone, leggere, ascoltare musica o suonare, ecc.ecc.) che diventano, in qualche modo, bisogni (il bisogno di andare in bici, guardare la tv, suonare, giocare), e che poi possono diventare vere e proprie dipendenze (le ludopatie, la dipendenza patologica dal gioco, da internet, ecc.).
Dipendenze, oppure compulsioni, fino a vere e proprie assuefazioni. L’assuefazione avviene quando la dipendenza, cioè quel rapporto nuovo che si è creato tra il fare una cosa- il piacere- e il non volerne fare a meno, si stabilizza sulla sostituzione di una mancanza originaria. Per mancanza intendiamo la privazione di soddisfazione di un bisogno fondamentale, sperimentata nella prima infanzia: se c’è stata questa forte privazione, è come se ci fosse un buco nella struttura psicoaffettiva di una persona. Chi quindi è portatore di questa mancanza/privazione, con la soddisfazione sostitutiva racimolata dopo l’infanzia, trova il modo di compensare ciò che mancò. L’assuefazione è quindi il fissarsi di una gratificazione di cui siamo stati privati, però su un oggetto sostitutivo e spostato. Ci mancò il calore del seno materno e il senso di appagamento della sazietà, oggi troviamo sigarette o cibo o alcol o tv o ecc. ecc. Il meccanismo del fumare è più o meno così, e adesso vediamo come si altera e si inverte il meccanismo del piacere. Fumare nasce come un piacere, ed oltre ad essere un comportamento imitativo che ci fa sentire più adulti, ha anche una componente di piacere sensuale e sessuale. Fumare è voluttuoso, è l’esibizione di una voluttà, di una sessualità in transizione tra l’auto erotico e la sessualità pronta ad essere sperimentata con l’altro, tipico della fase di passaggio puberale adolescenziale ( come non pensare alla forma fallica della sigaretta; alla brace, come un anatomico faro che brilla nella notte; al fumo, come a un segnale a distanza; oppure l’uso pronunciato della bocca, delle mani: tutti messaggi con una chiara componente sessuale).
In adolescenza coincidono il passaggio ad una sessualità eterodiretta, ed il momento in cui sì inizia fumare, ed oltre alla componente imitativa, la gestualità dell’atto del fumare, e le sostanze chimiche sono, al tempo stesso, stimolanti e placatori di ansia. Insomma, tutto avviene ed inizia all’insegna del piacere, della novità, della scoperta, del crescere, e del proibito. Poi, con l’andare del tempo, di tutto ciò non rimane che un vago ricordo, e fumare diventa un’abitudine, lo si fa per conformismo, e spesso compulsivamente, senza rendersene conto. E non è più neanche un gran piacere. Ma soprattutto, ad un certo punto, non se ne riesce a fare a meno, e diventa difficile farne a meno ( questo costerebbe tensione, ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione). In realtà comincia l’assuefazione alla sostanza, ma ancor di più l’appiattimento della soddisfazione. Ed è su questo punto che la maggior parte delle persone dice (credendoci) che fuma perché gli piace, ma in realtà fuma per non sentire la sgradevolezza del non farlo. I più credono di fumare per piacere, ma in realtà fumano per non sentire il dispiacere e la tensione provocato dalla mancanza di sigaretta. E così si inverte del tutto il meccanismo piacere dispiacere: credi di fare una cosa perché ti piace, ma in realtà la fai perché il non farlo ti farebbe soffrire. Questo vale per tutte le dipendenze, e capita anche nelle relazioni di coppia con una forte componente di dipendenza: in realtà la soddisfazione di quella relazione si è appiattita, e ti ostini a stare con una persona perché credi di starci bene, che sia la persona per te, ma in realtà la cerchi solo perché non vuoi star male separandotene. Perché ti sentiresti troppo smarrito e non lo sopporti.
Vedremo prossimamente questo meccanismo invertito del piacere, e quali risvolti assume nelle relazioni sentimentali caratterizzate da forte dipendenza.
Ultima cosa: fumare provoca conseguenze dannose per la salute (fa male!!)…. e in un prossimo articolo vi dirò come fare per smettere di fumare.