Matteo Renzi e il suo governo sono attesi oggi alla prova del Senato. Che gli dovrà votare la fiducia. Domani ci sarà invece il voto alla Camera dei deputati. Ma a poche ore dal giuramento del nuovo esecutivo si è registrata ieri la prima polemica. Graziano Delrio, il sottosegretario di Matteo Renzi, a Lucia Annunziata ha che il governo non punterà sulla patrimoniale e che “non c’è intenzione di sforare il tetto del 3% debito-Pil”. Ma non si esclude l’ipotesi di un aumento delle tasse sulle rendite finanziarie. “Se una signora anziana ha messo da parte 100 mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo…”.
Un annuncio che ha scatenato immediatamente le critiche di Forza Italia e degli alleati del Nuovo centrodestra, ma anche della Cgil, e che prima di tutto ha agitato la vigilia di Matteo Renzi, a poche ore dal discorso con il quale chiederà la fiducia delle Camere. In serata una nota di Palazzo Chigi ha chiarito che: “Non è prevista né ci sarà alcuna nuova tassa. L’orizzonte del governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro”. Come si farà tutto questo? “Lo saprete oggi dal presidente del Consiglio”, dice la nota. Via Twitter in mattinata Renzi ha annunciato che “la madre di tutte le battaglie” è quella contro la burocrazia. Ritornando al voto di fiducia Renzi non teme imboscate dai parlamentari. In un’intervista all’Unità Pierluigi Bersani invita a dire sì a questo governo. L’appuntamento oggi è al Senato (ore 14). Anche i 6 senatori civatiani dovrebbero assicurare il loro sostegno al governo dell’ex sindaco di Firenze.