Processo Leonia: requisitoria del pm Sara Ombra nei confronti dei 4 imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il pubblico ministero ha chiesto al Gup Massimo Minniti la condanna a 12 anni di carcere per Angelo Mannucchi, l’ex amministratore delegato della “Leonia”, la società mista del Comune di Reggio Calabria, deputata alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti finita al centro dell’inchiesta giudiziaria portata in avanti dalla D.D.A. dello Stretto per le presunte infiltrazioni della cosca Fontana. Secondo i pm Lombardo e Ombra, titolari dell’inchiesta, la cosca Fontana si sarebbe inserita all’interno dell’assetto societario e avrebbe deciso l’assunzione delle maestranze nonché l’erogazione dei servizi.
Mannucchi, difeso dall’avvocato Sergio Laganà, era l’amministratore della “Ecotherm”, il socio privato della Leonia S.P.A. Il pm ha chiesto inoltre, la condanna per gli altri tre imputati e nello specifico per Roberto Lugarà, uno dei dipendenti della “Leonia”, sono stati richiesti 8 mesi per ogni singolo caso di truffa più 2 anni per ogni singolo episodio di peculato. In tutto sono stati invocati quindi 12 anni di carcere più 2 mila e 400 euro di multa. Per Antonio Ursino, che risponde di tre episodi di truffa, la Procura ha chiesto infatti 2 anni di reclusione e 600 euro di multa, mentre per Francesco Minniti, accusato di un singolo episodio di truffa, per il quale sono stati chiesti 8 mesi di reclusione e 200 euro di multa. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 maggio in cui si registreranno le arringhe dei difensori.
Secondo gli inquirenti fin dal 2001 i Fontana – storico clan della periferia nord di Reggio Calabria – si sarebbero addentrati all’interno della “Leonia” gestendo per anni appalti milionari. Tutto ciò sarebbe avvenuto grazie a Bruno De Caria, attualmente sotto processo dinnanzi al Tribunale reggino. Secondo la Procura per anni il clan ha avuto in mano «il controllo strutturale delle imprese impegnate nello specifico settore della raccolta dei rifiuti, tra le quali la società mista pubblico-privata Leonia spa, partecipata al 51% delle azioni dal Comune di Reggio Calabria». La cosca secondo i pm avrebbe esercitato un pervasivo potere di condizionamento e controllo di tipo mafioso sul settore ambientale e sul comparto rifiuti di Reggio Calabria. Questo processo sulle infiltrazioni della cosca Fontana nella” Leonia” nasce da un’operazione della Guardia di Finanza, eseguita proprio il giorno successivo allo scioglimento del Comune per contiguità con la ‘ndrangheta.