Nel 2016 l’evoluzione del prodotto industriale – si legge nel rapporto Svimez 2017 – è risultata di entità maggiore nel Mezzogiorno (+3%) rispetto al Centro-Nord (+1%). Il risultato conseguito dall’industria meridionale è stato favorevolmente influenzato dall’andamento molto positivo del comparto della fornitura di energia, acqua, e rifiuti (+7,3%; Centro-Nord +2,7%), settore che nel Sud rappresenta quasi il 23% dell’intero aggregato industriale, rispetto a una quota media dell’11% nelle regioni centrosettentrionali. Ma anche al netto del comparto delle utilities, l’evoluzione di prodotto nell’industria manifatturiera è risultata comunque di entità maggiore nel Sud (+2,2%) rispetto al resto del Paese (+1,1%).
Con riferimento al comparto manifatturiero, la prosecuzione del trend espansivo avviato nel 2015, anche se a un ritmo inferiore, si deve sia alla domanda interna che a quella estera. Per quanto attiene la domanda interna, più rilevante per l’economia meridionale, nel 2016 essa è aumentata dello 1,3% (Centro-Nord: +1,6%). Per quel che attiene la domanda estera, la variazione congiunturale dell’export di merci al netto dei prodotti petroliferi ha fatto segnare un incremento in valore di ben otto punti percentuali nel Mezzogiorno, ma ciò va valutato pur sempre in un contesto di minor grado di apertura sull’estero che strutturalmente caratterizza l’industria del Sud (8,7%) rispetto a quella delle regioni centrosettentrionali (27,6%). In ogni caso va tenuto conto del contributo offerto, nel Sud, da un’unica branca, quella nella quale sono ricomprese le esportazioni dell’automotive, interessate da una crescita dell’export sostenuta (+29,1%).
Nel 2016, la produttività del lavoro nell’industria manifatturiera meridionale, misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro, è aumentata dello 0,8%, mezzo punto percentuale in più del dato relativo al Centro-Nord (+0,3%).
A sua volta l’occupazione ha fatto segnare un aumento pari a 1,4 punti percentuali nel Sud e dello 0,7% nelle regioni centro-settentrionali. Ma il quadro complessivo della quantità di lavoro nell’industria resta negativa, considerando che, dal 2008 al 2015, l’industria meridionale ha perso circa 194.000 occupati.
Nel 2016, gli investimenti fissi lordi industriali sono aumentati, in termini reali, del 5,2% nel Mezzogiorno e del 3,7% nel Centro-Nord.