DI SIMONA D’ALBORA
La trama sembra più appassionante di quella dei Promessi Sposi e con il romanzo di Manzoni ha qualcosa in comune: questo matrimonio non s’ha da fare, laddove al posto del matrimonio possiamo tranquillamente inserire la parola primarie. Usciti allo scoperto i “bravi” del Pd, sempre più a gran voce chiedono di annullare la competizione interna che domenica prossima dovrebbe designare democraticamente il candidato alla presidenza della Regione Campania.
Mentre è di pochi minuti fa la notizia che Gennaro Migliore e il premier Matteo Renzi si sono incontrati a Roma per decidere il ritiro dalle primarie di Migliore che negli ultimi tempi non era riuscito a nascondere i malumori contro quanto accadeva, la giornata di ieri ha messo in luce ancora una volta spaccature e guerre interne.
A lanciare la bomba ieri, l’europarlamentare Massimo Paolucci, tra coloro che è sempre stato avverso alle primarie. Ieri si è dimesso dal Pd con una lettera indirizzata ai suoi elettori: “Tanti – scrive Paolucci – sanno che le nostre prossime primarie saranno un replay peggiore di quelle svolte nel 2011. Tanti sanno che si va incontro a un disastro annunciato. Tanti sanno che sotto gli occhi di tutti si stanno spendendo montagne di soldi. Tanti sanno che sotto i nostri occhi si definiscono accordi con interi settori del centrodestra, con i protagonisti della stagione cosentiniana. Tutti, tanti, sanno ma nessuno interviene. Un clamoroso scaricabarile”. Insomma parole dure che vengono fuori solo alla vigilia del voto e dopo infinite tarantelle tra le varie correnti Pd per bypassare le elezioni e scegliere il candidato unitario: tra tira e molla, una parte del Pd aveva deciso di convergere sull’ex assessore Luigi Nicolais, scaricando così i candidati Pd alle primari.
Tentativo che a pochi giorni dal voto ha messo in chiaro solo una cosa:
c’è una grande confusione sotto il cielo del Pd
“Voglio bene a Massimo Paolucci. – dichiara Graziella Pagano – Lo considero un intelligente dirigente politico e so che sta facendo bene europarlamentare. Ho condiviso la battaglia per Umberto Ranieri nel 2011. Gli chiedo di ripensarci. E tuttavia leggendo le sue accuse mi chiedo, perché ha sottoscritto la candidatura di Gennaro Migliore alle primarie? Se in questi giorni ha saputo, visto, di accordi con “post cosentiniani” perché non lo ha denunciato subito? Perché nei suoi lucidi interventi in direzione non ha detto che le primarie, che legittimamente lui ha avversato, potevano essere un “revival” di Forza Italia? Massimo ha provato insieme ad altri a raccogliere il 65% di firme necessarie per annullare le primarie. Era diritto suo e di coloro che non volevano il voto del I Marzo. Quel tentativo è fallito. Adesso è giusto che si esprimano le democratiche e i democratici della Campania. E io penso che Massimo debba fare la sua battaglia politica dentro questo partito che ha contribuito a fondare e rinforzare a Napoli e nel Mezzogiorno.”
Le soluzioni della politica
“In politica bisogna sempre trovare soluzioni unitarie e convergenti. – aggiunge Geremia Gaudino – Ma poi bisogna decidere. Lo dico a Massimo Paolucci, alla cara amica Pina Picierno il fatto che non si sia trovato un candidato da contrapporre a Cozzolino e Vincenzo De Luca è colpa di questi due , di Renzi o di quei capibastone locali che ogni giorno inventavano un candidato per poi bruciarlo il giorno dopo? La verità diciamocela tutta chi si contrapponeva a De Luca e Cozzolino un progetto non ce lo aveva. Non aveva un progetto di Regione, di Sanità di Politiche sociali o trasporti,ma solo l’amico da collocare, il compagno da difendere anche a costo di mortificare le comunità locali negli interessi veri. Parliamo di votanti di Forza Italia, ma se quei voto vanno al nostro compagno sono ottimo (e quelli di Forza Italia sono i meno peggio)sono passabili. La verità e che la cultura politica che ha guidato il Pd fino all’evento dell’8 dicembre 2013,quella fatta dal dualismo consolare tre ex popolari ed ex diesse è finito, è finito non perchè lo ha voluto Renzi ma perchè è cambiata la storia, la società,la stratificazione dei gruppi sociali etc.Renzi ha avuto il merito di capirlo e di interpretarlo,in Campania nessuno si è reso consapevole di questo scenario . Alcuni in Campania hanno vissuto su quelle vecchie rendite di posizione ed oggi sentono minato il loro ruolo e sputano veleno,mancando di rispetto non ai loro avversari ma ai loro sostenitori. Credo che i candidati del PD (in ordine alfabeticoAndrea Cozzolino, Vincenzo De Luca e Gennaro Migliore con gli altri siano tutti degni di rispetto e capaci di guidare la nostra Regione dentro un tempo migliore di quello presenta.
Le primarie non si toccano
“Crediamo molto nello strumento delle primarie: sono assolutamente il modo migliore per scegliere la classe dirigente – dice la vicesegretaria nazionale del Pd, Debora Serracchiani, fedelissima di Matteo Renzi- Ma siamo consapevoli che dobbiamo mettere mano alle regole per evitare ulteriori fraintendimenti: c’è bisogno di calarle nei territori, perché un conto è pensarle in una stanza a Roma, un conto calarle nelle singole realtà».