“Domenica l’Unita’ non sara’ in edicola, non sara’ ai gazebo dove il popolo del Partito Democratico scegliera’ il nuovo segretario e non seguira’ lo spoglio dei risultati delle primarie”. Lo annuncia una nota dell’assemblea delle redattrici e dei redattori de l’Unita’. “Non ci sara’ – spiegano i giornalisti – perche’ venerdi’ l’azienda ha messo in atto l’ennesima gravissima provocazione. Dopo aver convocato il comitato di redazione per la presentazione del piano editoriale del nuovo direttore Marco Bucciantini che si proponeva di rilanciare il giornale, contenere i costi aziendali e avviare il sito Internet, l’azienda ha dato mandato ai propri rappresentanti legali di comunicare che il direttore non avrebbe dovuto partecipare all’incontro in quanto concluso il suo incarico. I legali hanno inoltre comunicato al cdr che a breve sara’ nominato un nuovo direttore con pieni poteri che dovra’ aderire al progetto dell’azienda che prevede un ingente numero di licenziamenti collettivi. Tutto questo nel giorno in cui l’amministratore delegato Guido Stefanelli ha comunicato l’intenzione dell’azienda di corrispondere alle lavoratrici e ai lavoratori una quota dello stipendio di aprile pari al 5% della retribuzione in seguito ad un pignoramento eseguito per conto di un creditore”. L’assemblea dei redattori “giudica gravissimo oltre che umiliante il comportamento dell’azienda che, di fatto, scarica sugli stipendi dei lavoratori le proprie inefficienze e incapacita’ gestionali. Ma ancora piu’ grave e’ che, alla luce delle comunicazioni di ieri, la proprieta’ abbia di fatto interrotto unilateralmente un confronto appena avviato con il cdr e con la Fnsi in vista della riduzione dei costi aziendali e del rilancio del quotidiano”. L’azienda, prosegue la nota “ha comunicato infatti l’intenzione di procedere al licenziamento di un numero di redattori vicino alle 20 unita’ a fronte di una redazione che, al momento, e’ composta da 28 unita’”, rendendo “evidente” che intende “segnare definitivamente il destino di questo giornale”. “Per questo motivo oggi nessun redattore firmera’ il giornale e domenica l’Unita’ non sara’ in edicola in uno dei giorni piu’ importanti della vita politica italiana. Quest’azienda, purtroppo, ha dimostrato di non avere interesse alcuno per il prodotto e ha deciso di continuare sulla strada delle minacce, dei ricatti e delle umiliazioni dei lavoratori. Per noi e’ arrivato il momento di dire basta e ricordare all’amministratore delegato Guido Stefanelli e all’editore Massimo Pessina che per tutelare i diritti calpestati esistono i luoghi deputati. In primis i tribunali”.
“Respingiamo e rigettiamo la decisione presa dall’Assemblea dei giornalisti de l’Unita’. Si tratta dell’ennesima presa di posizione che non aiuta la delicata fase di ristrutturazione e rilancio del giornale”. Lo si legge in una nota della Piesse, socio editore dell’Unita’. “Quanto dichiarato nella nota e’ peraltro impreciso e fuorviante, in particolare quando si omette di indicare che il mancato pagamento degli stipendi, di questo mese, e’ legato esclusivamente alle pregiudizievoli azioni legali (che verranno debitamente contrastate) intraprese da due ex giornalisti della vecchia Unita’ in danno della nuova proprieta’. Nessun direttore e’ invece stato licenziato. Continueremo, nonostante le contingenti difficolta’ e criticita’, nel tentativo di salvare questo glorioso giornale”.