Insigne al Toronto adesso è fatta, guadagnerà 11,5 mln per cinque anni più bonus
Adesso è fatta: Lorenzo Insigne sarà un nuovo giocatore del Toronto, presumibilmente dal 1 luglio prossimo. Il giocatore guadagnerà 11,5 milioni di euro per cinque anni più 4,5 milioni di bonus facilmente raggiungibili. Le firme, come riportano le testate giornalistiche del mondo del calcio, potrebbero già arrivare all’inizio della settimana prossima. Niente da fare per quei tifosi che hanno sperato fino all’ultimo in una – decisamente improbabile – inversione a U repentina relativa al rinnovo del contratto del capitano azzurro.
L’amarezza è che comunque finisca sempre così, per soldi, ma c’è molto altro dietro alla decisione del giocatore e dell’entourage circa l’addio al Napoli e alla Serie A. Una decisione che meriterebbe di essere spiegata ad una conferenza stampa, senza rancori e con chiarezza, magari il prima possibile, per il bene del calciatore (e di tutti) che ha dimostrato di essere fragile alle critiche e alle pressioni dell’ambiente Napoli, soprattutto con i tifosi con cui ha sempre avuto un rapporto molto altalenante ma che comunque lo hanno battezzato con il termine Il Magnifico come De’ Medici. Un odi et amo costellato da grandi gioie (vittorie della Coppa Italiana e della Supercoppa) con cocenti delusioni (l’eliminazione al girone di Champions con 12 punti o il secondo posto della stagione 2017/2018).
Insigne-De Laurentiis: le cause del crack e la formulazione del contratto da parte del Napoli
Il pomo della discordia che ha spinto Insigne a dover lasciare Napoli sarebbe stata l’offerta al ribasso della società partenopea (intorno i 3,5 milioni di euro) che non si è mai spostata di lì. Un atteggiamento che ha fatto infuriare e spaccare l’opinione pubblica e la tifoseria. I “difensori” del giocatore attaccano il presidente di non essersi minimamente sforzato a rinnovare il contratto al loro capitano. I detrattori, invece, ammoniscono il ragazzo di aver preteso troppo dalle casse non tanto piene del Napoli e che ha – di fatto – rinunciato all’amore della città per un mero interesse economico.
Il tam-tam sul contratto si perde dalle prime notti di giugno scorso, in cui Insigne ha dichiarato: “Adesso penso soltanto a giocare l’Europeo poi ci sarà tempo per parlare con la società“. L’Europeo è finito, Insigne è stato uno dei protagonisti dell’11 di Mancini che ha riportato l’Italia dopo più di cinquant’anni sul tetto del Continente ma il rinnovo non è comunque arrivato. Anche le prestazioni sono state, sin dall’inizio, decisamente al di sotto delle aspettative. Fa strano, per un giocatore che ha segnato 89 reti in Serie A e 114 in totale con la maglia del Napoli, non riuscire quest’anno ad aggiornare lo score personale in campionato se non su rigore (unico gol su azione in Europa League contro il Legia Varsavia al Maradona). Pure dagli undici metri, in questa stagione, il 24 azzurro ha avuto tentennamenti: ha infatti segnato solo tre delle sei volte che si è presentato sul dischetto, dimostrando una scarsa freddezza che l’anno precedente lo ha colpito solo una volta, in finale di Supercoppa contro la Juventus persa 2-0, quasi un anno fa.
Da escludere che le ultime performances al limite dell’irritante di Insigne, siano state la causa principale del divorzio del rapporto decennale tra Insigne e De Laurentiis ma forse un’aggravante. Di certo nelle uscite del nuovo Napoli ‘targato Spalletti’ l’ala sinistra si è dimostrata più nervosa, distratta, e – come precedentemente detto – vulnerabile nei momenti catartici. Era un presagio della tempesta che sta coinvolgendo ora le due parti? O forse è una crepa solcata ai tempi dell’ammutinamento di cui il capitano del Napoli si fece “capo popolo” e venne sacrificato Ancelotti? Chissà.
Chi ci perde di più?
Il caso Insigne al Toronto ha scatenato tanto clamore, come giusto che sia. Il protagonista della vicenda è un giocatore che ha raggiunto la sua massima maturità a 30 anni con in bacheca dei trofei e un bagaglio d’esperienza importante, oltre a rappresentare la Nazionale italiana con la 10, non un numero qualsiasi. Il trasferimento al Toronto, in Canada, in un campionato totalmente fuori dai radar e dagli standard del calcio ad alti livelli, potrebbe compromettere non solo la detenzione della diez sulle spalle ma addirittura la titolarità nello scacchiere di mister Mancini. Al Napoli lascia uno spazio che – per caratteristiche tecniche e non solo – difficilmente un Lozano o un Elmas potranno colmare, figli di diversi meccanismi consolidati con gli anni. Per Spalletti è una nuova grana ed oltre ai giocatori infortunati e quelli partiti per la Coppa d’Africa vede andar via il suo capitano. Alla prossima c’è la Juve a Torino. Insigne? Non convocato ma non per scelta tecnica.
Con la sua perdita a parametro zero, è dura anche che il Napoli si affacci sul mercato e prenda un sostituto all’altezza in questa finestra di mercato. Da tempo la società sta gestendo non più in maniera lungimirante, con una peggiore oculatezza e un’errata tempistica, gli acquisti e le cessioni sempre più spesso svalutate. E’ un monito per il futuro: una cieca direzione societaria rischia di portare pericolosamente ad un’inflessione di risultati in primis (e già da due anni si manca l’obiettivo) e successivamente ad un calo dei profitti e dell’appeal. Una combinazione che si ripercuote irrimediabilmente in tutto l’ambiente azzurro sempre molto acceso.
di Mario Vittorio D’Aquino