DI LAURA BERCIOUX
Di nuovo alla carica per il Ponte sullo Stretto, l’opera tra le più discusse in Italia che non mette d’accordo nessuno. Parte una petizione popolare e una lettera a Matteo Renzi. Petizione sostenuta dall’amministratore della Società capofila del gruppo Eurolink che doveva realizzare il famoso ponte. Mentre la Sicilia si spacca in due per il crollo di un ponte in autostrada, si ripropone all’attenzione dei media e della politica la faraonica costruzione del Ponte.
A lanciare la petizione è un gruppo di professionisti che vediamo trovarsi nella rete civica per le infrastrutture del Mezzogiorno e nell’associazione Ponte subito, lancia un petizione popolare con tanto di banchetti, anche virtuali. L’amministratore delegato della Salini Impregilo, capofila del consorzio che avrebbe dovuto realizzare il Ponte, è certo che il Ponte sullo Stretto si possa costruire. A Messina la rete civica per le infrastrutture di cui fa parte l’avvocato Ferdinando Rizzo, lo rilancia riuscendo a portare dalla propria parte anche chi come Franco Providenti era contrario alla costruzione del Ponte sullo Stretto. La petizione corredata di firme sarà poi inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ma il Ponte si può realizzare? Il Ponte sullo stretto di Messina è una serie di progetti di ponte sospeso che attraverserebbe lo Stretto di Messina: un collegamento stradale e ferroviario che realizzerebbe il grande sogno dell’ingegneria italiana. Sono il Giappone esiste un pinte del genere, quello di Akashi Kaikvo ma quello di Messina ne doppierebbe la portata. Pensate che l’idea di collegare la Sicilia al resto dell’Italia, era già nella testa degli Antichi Romani, ingegneri portentosi che con le grandi opere, modernizzarono il Paese costruendo strade, acquedotto. Il 30 settembre 2012 il ministro dell’Ambiente Clini dichiarò “Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge”.
Il 10 ottobre 2012 il governo Monti, nella cosiddetta legge di stabilità, stanziò così 300 milioni per il pagamento delle penali per la non realizzazione del progetto. Poi il 31 ottobre 2012 il governo Monti deliberò di prorogare, per un periodo complessivo di circa due anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità. In precedenza la legge obiettivo prevedeva l’apertura della Conferenza dei servizi con l’approvazione entro febbraio 2012del progetto definitivo da parte del CIPE e il contestuale avvio della gara per il reperimento dei finanziamenti, la stesura del progetto esecutivo e l’apertura dei cantieri principali preventivata a partire dalla metà del 2012.
L’intento era quello di aprire l’opera al traffico nel 2019. Arrivarono persino i cinesi con un fondo per sostenere la costruzione del Ponte. Infine con la Legge 221/12 – recante ulteriori disposizioni urgenti per la crescita del paese – viene disposto che Stretto di Messina S.p.A. ed il general contractor Eurolink debbano stipulare un atto aggiuntivo al contratto vigente, alla luce della corrente situazione economico finanziaria italiana. Tale accordo, che avrebbe dovuto essere sottoscritto entro il 1º marzo del 2013 pena la caducazione di tutti i rapporti di concessione, le convenzioni ed ogni altro rapporto contrattuale stipulato da SdM e la messa in liquidazione della società stessa non fu firmato. Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il 15 aprile 2013, Stretto di Messina S.p.A. viene posta in liquidazione con la nomina di un Commissario Liquidatore, la Stretto di Messina SpA sempre per effetto della legge 221/12 sarà tenuta ad indennizzare Eurolink tramite il pagamento delle prestazioni contrattualmente previste e già eseguite più una somma pari al 10% dell’importo di cui prima, il tutto stimato in 45 milioni di euro.