Le nuove tecniche di fotogrammetria e laserscan accompagneranno ancora l’attività tradizionale di scavo che a Pompei sta portando alla luce un nuovo tesoro nascosto in uno dei luoghi meno conosciuti: le Terme Repubblicane. Si tratta dei complessi termali identificati a Pompei e, presumibilmente, il più antico stabilimento pubblico conservato nel sito venuti alla luce grazie al progetto dell’Università di Berlino e della Oxford University voluto dalla Soprintendenza di Pompei.
Le Terme Repubblicane difatti, essendo tra le più antiche documentate a Pompei, si caratterizzano come momento di sperimentazione che confluisce nella soluzione ottimale delle Terme Stabiane, poco distanti e immediatamente successive, che rappresentano un modello perfetto di complesso termale con la tradizionale suddivisione e impostazione tecnologica poi in uso presso tutti gli edifici del genere. Conferma della più antica origine di queste terme potrebbe proprio essere la presenza di intercapedini areate poste al disotto del pavimento per creare la camera per il passaggio dell’aria calda per il riscaldamento degli ambienti termali, realizzate da una serie di canali paralleli, in luogo del tradizionale sistema delle colonnine di mattoni poi comunemente adottate in tutte le terme romane. Le indagini di studio si sono non a caso concentrate nell’area del laconicum (sauna) e del praefurnium (fornace), che risultano tra gli esempi più antichi noti per la fase di passaggio dal modello greco a quello romano, al fine di precisarne lo sviluppo cronologico e il funzionamento.