“Due sindacalisti sono stati sottoposti ad un procedimento disciplinare per aver denunciato l’insostenibile situazione di degrado, inefficienza ed abbandono in cui versa una delle aree archeologiche più importanti del mondo”. Lo afferma il segretario generale della Uil-Pubblica amministrazione Benedetto Attili. “Quello perpetrato dall’amministrazione dei Beni culturali – continua Attili – costituisce un violento attacco al diritto del sindacato e dei propri rappresentanti di poter informare l’opinione pubblica su fatti reali e concreti, ed assume connotati di estrema gravità allorché la diffusione delle notizie riguarda situazioni di emergenza che costituiscono un pericolo tangibile sia per l’incolumità e per la salute dei visitatori del sito archeologico sia per le condizioni di rischio in cui i lavoratori sono costretti d operare, non tralasciando ovviamente l’importanza della salvaguardia del bene monumentale stesso. Come tale, questo attacco, arbitrario e privo di qualsiasi motivazione, va respinto e condannato”.
“L’atteggiamento della locale Soprintendenza, che ha avviato le procedure disciplinari – aggiunge il sindacalista – oltre a rappresentare una gravissima lesione dei diritti sindacali e della libertà di informazione, assume le sembianze di un monito e di un’odiosa pressione psicologica nei riguardi di tutti i rappresentanti dei lavoratori nell’esercizio delle proprie funzioni costituzionalmente tutelate; il tutto con la palese complicità della dirigenza centrale del ministero che ha avallato e recepito i ‘desiderata’ della soprintendenza Napoli-Pompei. Dal ministro Bray avremmo voluto registrare una forte assunzione di responsabilità in relazione al rispetto delle garanzie Costituzionali afferenti alle organizzazioni sindacali ed alla libertà di informazione, invece, con il suo silenzio – conclude Attili – ha di fatto avallato questa gravissima lesione di diritti costituzionalmente garantiti, pertanto, ci attendiamo un solo atto di responsabilità: le sue dimissioni”.